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Trekking in Liguria – L’ anello della Serra

Oggi vi suggerisco un piacevole e suggestivo percorso ad anello che, dal piccolo borgo di Tellaro passa per Zanego, e successivamente ad Ameglia e a La Serra, per poi concludersi nel punto di partenza. Sull’ultima parte del tracciato avremo qualche difficoltà dovuta a cause di forza maggiore, diciamo che l’intenzione iniziale era di far ritorno a Tellaro.

Questa escursione mi ha ricordato che, anche se ci troviamo in Liguria, non dobbiamo sottovalutare il percorso. Come in montagna, il tempo può cambiare all’ improvviso, è sempre bene avere con sé un k-way per gli acquazzoni imprevisti e possibilmente un cambio asciutto e pulito. Come avrete già intuito è stata un escursione più avventurosa del solito, o quanto meno, più di quanto non ci si aspetti da un trekking in Liguria!

Vi avevo già raccontato di due bellissime escursioni in questa zona. Se ve le siete perse le trovate qui.

Il punto di partenza è sempre lo stesso, dalla minuscola piazzetta di Tellaro, si imbocca Via Matteotti seguendo i segnavia bianchi e rossi.

I primi 20 minuti molto probabilmente mi maledirete, il sentiero parte infatti con una ripida salita che, avendo le gambe ancora fredde, si fa sentire tutta. Se poi la notte prima è piovuto e il fondo non ha fatto in tempo ad asciugare, ogni due passi in avanti ne farete inevitabilmente uno indietro. Il terreno, pieno di fogliame e terriccio è molto scivoloso, fate dunque attenzione e se vi sentite più sicuri portatevi i bastoncini, vi daranno più stabilità.

Ad un certo punto vi troverete ad un bivio. Per l’escursione di oggi teniamo la sinistra, ci dirigiamo verso Zanego, collegamento 433.

L’altra stradina, che diventa subito pianeggiante è un chiaro invito a girare a destra ma vi condurrebbe a Monte Marcello e vi assicuro che è molto più tosta di quanto non possa sembrare dall’imbocco.

Come dicevo teniamo la sinistra e la salita spezza gambe potrebbe lasciavi nell’ultimo tratto anche senza fiato ma non disperate.

Quando il sentiero torna ad essere finalmente pianeggiate godrete di una vista mozzafiato.

 Io tutte le volte che arrivo fin qui ho un tuffo al cuore, quanto siamo fortunati ad avere degli angoli di paradiso a 2 passi da casa.

 

Approfittatene per ammirare l’eccezionale vista sull’ Isola Palmaria, Tino e Tinetto.

Come vi avevo già confidato, proprio in questo punto avrei trovato la mia casetta dei sogni, che per altro è ancora in vendita! Non sono mai stata molto brava in matematica ma quando sono andata a vedere il prezzo di mercato ho subito capito che sarebbe rimasta appunto la casa “dei sogni”. Poi sognare non costa nulla, giusto?

Arrivati quindi alla casa dei miei sogni si gira a destra e finalmente si può tirare il fiato. La stradina di sinistra vi conduce invece a Lerici.

Avrete giusto il tempo di far tornare il respiro regolare per poi affrontare una nuova salita.

 

Raggiungiamo Zanego, in zona “Quattro Strade”, che deve il nome al quadrivio in cui si trova. Da qui avete varie possibilità, potete raggiungere il borgo di Ameglia, il Monte Murlo, il Forte della Rocchetta o fare ritorno a Tellaro. Attraversiamo la strada asfaltata e imbocchiamo la stradina alla sinistra di un piccolo altarino, direzione Ameglia.

Mano a mano che proseguiamo, tra una villa più bella dell’altra, il sentiero diventa sempre più stretto ma comunque piacevole da percorrere.

 

 

In lontananza inizia ad intravedersi la valle racchiusa tra il fiume Magra e la catena delle Apuane. Arriviamo alle prime case dell’abitato di Amelia, di cui si scorge in lontananza l’antico borgo con il suo castello ben conservato.

Se avete voglia di visitare Ameglia vi basta proseguire dritto sulla strada asfaltata e in breve arriverete al centro del borgo, nella piazzetta principale.

Noi proseguiamo il nostro trekking ed imbocchiamo il sentiero che conduce a La Serra che ancora una volta, nel primo tratto, è caratterizzato da una ripida salita.

Ci ritroviamo a camminare per un lungo tratto in un bellissimo bosco di querce.
Alla fine del bosco il sentiero conduce ad un gruppetto di case, anche queste niente male, in località Cambià.
Raggiunta nuovamente la strada asfaltata troviamo, sulla nostra destra, una chiesetta dove approfittiamo di una comoda panchina per gustarci il nostro pranzo al sacco.
Dopo una lunga camminata un semplice panino con il prosciutto cotto e un velo di maionese è in grado di competere anche con il più elaborato dei piatti stellati.
La pausa sarà più breve del previsto, il cielo si è improvvisamente oscurato e si è alzato un vento fastidioso. Eppure non era prevista pioggia. Meglio rimettersi in marcia, anche perchè stare fermi in una corrente d’aria quando si è sudati non è proprio il massimo a meno che non vogliate mettervi qualche giorno in malattia.
 Dopo un centinaio di metri dalla chiesetta si apre un sentierino sulla sinistra che nel primo tratto affianca la strada asfaltata.

Vi condurrà al cancello di un enorme villa, li dovete girare a sinistra, troverete numerose indicazioni, è impossibile sbagliarsi.
Anche una casetta qui non sarebbe male, dopo tutto…

Proseguite fino a superare un piccolo boschetto al termine del quale una stretta stradina vi condurrà nel grazioso borgo di La Serra.

Non ero mai stata a La Serra e devo dire che è un borgo molto caratteristico, tipicamente Ligure, ricco di scorci suggestivi.

Attraversato tutto il borgo di La Serra su via Garibaldi, che è sempre una garanzia, vi ritroverete sulla strada asfaltata principale che collega il borgo con Monte Marcello.

Per tornare sul sentiero, dovete attraversare la strada e imboccare le scalette in cemento proprio davanti a voi. Fin qui tutto bene, da ora in poi è un susseguirsi di contrattempi.

Prima di tutto inizia a piovere forte. Ci copriamo alla bella e meglio con i nostri k-way, che come dicevo all’inizio è sempre bene avere con se e scendiamo lungo il sentiero alla ricerca di un riparo. Incontriamo un gruppetto di case ma nessun riparo vero e proprio. Ci fermiamo sotto la boscaglia in attesa che almeno si plachi un po’. Il sentiero, già scivoloso per la pioggia della notte precedente ora è quasi pericoloso. Dopo mezz’oretta decidiamo di rimetterci in marcia, anche se il temporale non si è ancora placato.

Vuoi la pioggia, vuoi la fretta di raggiungere Tellaro e la macchina, sbagliamo ripetutamente strada. Ricordavo perfettamente che avremmo dovuto passare per l’antico insediamento di Barbazzano e successivamente per il borgo abbandonato di Portesone, le indicazioni sembravano chiare ma ci hanno tratto in inganno.

Ci siamo ritrovati in sentieri che non so da quanto tempo non vedevano passare qualche escursionista! Il tutto ovviamente sotto la pioggia battente. Per ovvi motivi non ho foto da condividere ma forse è meglio cosi.

Ma chi la dura la vince, riusciamo finalmente a tornare su quello che doveva essere il sentiero corretto. Ci troviamo ora ad un bivio: Tellaro per Punta Treggiano o Fiascherino.

Ripensandoci, a mente fredda e con i piedi all’asciutto, è chiaro che il sentiero giusto era quello di Tellaro per Punta Treggiano ma, dopo la pietraia che ci eravamo appena lasciati alle spalle, dove ho rischiamo di spaccarmi una gamba in più di una occasione, scegliamo il sentiero più pianeggiante per Fiascherino. Illusi. Anche questo diventa in fretta ripido e sconnesso tanto quanto quello appena scartato. Pace, doveva andare cosi. Raggiunto Fiascherino utilizziamo la strada asfaltata per raggiungere Tellaro. Non è il massimo perché la strada è molto trafficata ma visto le condizioni meteo quanto prima arriviamo alla macchina meglio è.

Non vedevo l’ora di tornare a casa per consultare qualche cartina e capire dove abbiamo sbagliato. Prendete quindi nota. Una volta scesa la scaletta bisogna rimanere in quota, imboccando il sentiero che rimane adiacente alla strada asfaltata e che noi, per qualche strano motivo, non abbiamo visto.
Vi allego questa mappa trovata in rete molto chiara.

 Dovevamo seguire il sentiero 433 ma seguendo le indicazioni per Barbazzano ci siamo ritrovati sul 464 e poi abbiamo preso il 432 per Fischerino.

Ma con il senno di poi è tutto più facile.

Questo episodio forse mi farà perdere di credibilità ma dopo tutto non sono una guida ambientale, sono un normalissima appassionata di camminate in Liguria.

Potevo chiudere dicendo che il giro si era concluso come pianificato ma non mi vergogno ad ammettere un errore di percorso, anzi, questo aneddoto mi ha fatto riflettere e trovo sia un ottimo spunto per ripassare i basic del trekking, tanto al mare quanto in montagna:

  • Scarpe da trekking con suola in vibram antiscivolo
  • k-way
  • Abbigliamento adeguato
  • Un cambio asciutto
  • Una cartina dettagliata dei sentieri

Il sentiero copre un totale di circa 9 km. In rete stimavano un tempo medio di percorrenza di 2 ore e mezzo ma bisognerebbe essere in grado di volare per metterci cosi poco! È vero che io faccio numerose soste fotografiche, abbiamo avuto qualche inghippo e pioveva ma, anche ipotizzando che vada tutto liscio, io calcolerei 3 ore e mezza abbondanti a passo tranquillo.

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