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TMF – TOUR DU MONT FALLERE – Terza Tappa

Martedì 6 agosto. Ho passato una delle migliori nottate in rifugio di sempre. Nonostante fosse una camerata da 10 persone non ci sono stati rumori molesti a turbare il mio sonno. Mi sento riposata e ritemprata. Pronta per la terza ed ultima tappa del TMF. Dopo una colazione super abbondante, mi rimetto in marcia.

Il sentiero parte esattamente dietro il Rifugio. Devo salire fino al Col Fenètre (2729 m), per fortuna l’aria fresca della prima mattina mi permette di coprire il dislivello in positivo di questa tappa senza troppo penare.

Raggiungo il fondo del pianoro fino all’Alpeggio di Les Crottes (2352m). Qui il sentiero che si stacca sulla destra, inizia a farmi guadagnare velocemente quota.

A quota 2500 trovo un bivio. Il sentiero di destra conduce al Lago Morto e al Mont Fallère. Tratto classificato come EE. Ci sono molte persone che stanno salendo da quel versante e poteva essere una variante interessante aggiungendo una notte in più al rifugio.

Io proseguo verso sinistra.

Il sentiero non sempre è ben visibile ma basta tener d’occhio i cippi con le frecce gialle per non perdere la direzione corretta. Arrivo alla base del colle, ora mi aspetta lo strappo finale più duro della giornata, poi oltre il colle sarà tutta e unicamente discesa.

Impiego un’ora e mezza a raggiungere il Col Fenètre, che fedele al suo nome regala un affaccio molto suggestivo sul vallone che attraverserò tra poco.

Tengo la sinistra in direzione del Monte di Vertosan (2822 m), oltrepassando una zona di facili roccette e piccoli nevai residui. La direzione da tenere è ben delineata. Seguo i segnavia. Pensavo di aver raggiunto il culmine della positività, non come stato mentale-umorale ma come dislivello, in realtà si sale ancora un ciccinino. Oggi salire mi costa più fatica del solito, la stanchezza accumulata nelle gambe da ieri si fa sentire.

Arrivata alle pendici del Monte di Vertosan, una specie di balconcino naturale, regala una vista sul massiccio del Monte Bianco straordinaria. Animata dal panorama deciso di salire sulla cima del Monte Vertosan. Lascio qui lo zaino e salgo leggera fino alla croce. Impiego 5 minuti di orologio, vale la pena fare questa piccola deviazione.

Recupero lo zaino e mi preparo a scendere una nuova verticalità, questa volta in negativo.

Sembra quasi un trampolino di sassi.

Raggiungo il Colle di Vertosan. A sinistra il sentiero scende verso Jovensan. Io tengo la destra verso Tza di Flassin.

La discesa si fa un ora più delicata, una serpentina piuttosto ripida e in alcuni tratti leggermente esposta mi fa rallentare il passo. La prudenza in questi casi non è mai troppa.

Successivamente il sentiero diventa molto più dolce. Attraverso due ruscelli che alimentano il torrente di Flassin, più giù a valle.

Mi sto avvicinando alla fine del TMF e mi prende quella malinconia tipica della fine delle esperienze positive. Ricordo bene questa sensazione durante il Cammino di Santiago, quando gli ultimi giorni volevo quasi non arrivare più. Ero ovviamente partita con quell’obbiettivo ma più mi avvicinavo alla meta finale più avrei voluto rallentare il passo e fermare il tempo, perché l’arrivo a Santiago corrisponde alla fine fisica dell’esperienza. Gli effetti positivi proseguono poi a lungo nel tempo, saranno più sottili, ma se ne diventa consapevoli solo una volta a casa.  Se lo avete sperimentato sapere bene di cosa parlo. È vero che il Tour Du Mont Fallère mi ha visto impegnata solo 2 giorni, ma questa mattina mi sono svegliata con la testa totalmente svuotata, senza pensieri, ed è stato uno stato che ho conservato per buona parte della giornata. Poi arriva qualche messaggio sul cellulare, il cervello si riattiva e arrivano i primi pensieri ma tutti leggeri. La prima parte di questa tappa è stata proprio caratterizzata da un piacevole vuoto, che è poi lo stato che ti regala il cammino. Quindi mi dispiace che tra poche ore sarò di nuovo in auto e nella civiltà, mi rattrista l’idea che questa avventura è quasi giunta al termine ma sono anche consapevole che domani ne inizieranno di nuove.

Raggiungo e supero l’Alpeggio di Flassin, per poi immettermi nell’ampia poderale che scende giù fino a Etroubles.

Raggiungo l’Alpeggio di Flassin Desot, si apre una bella veduta sulla vallata di Saint Rhemy en Bosses, Oyen e la galleria che conduce al passo del Gran San Bernardo.

Dopo un interminabile porzione di assolata poderale, raggiungo il bosco.  Percorro ora un tratto di sentiero fresco ed ombreggiato, molto simile a quello che mi ha accolto ieri all’inizio del tour.

Arrivo al Campeggio Pineta, percorro un breve tratto di statale ( è presente il marciapiede) per poi immettermi nella zona attrezzata pic nic di Prenoud, da dove, seguendo il “Percorso-Vita” si giunge, con un percorso in semi piano che costeggia il torrente Artanavaz, faccio ritorno al punto di partenza.

Conclusioni di fine Tour: itinerario super emozionante e panoramico. Non solo consiglio di mantenere la suddivisione in 3 giorni per goderselo al meglio (3 tappe), vi invito ad aggiungerne uno in più e valutare la salita al Mont Fallère e Lago Morto, come variante extra. Il percorso è ben segnalato ma è sempre utile scaricare le tracce gpx del sito ufficiale. Sempre sul sito ufficiale trovate i tempi di percorrenza, i km e dislivello di ogni tappa.

Se andate, fatemi sapere nei commenti le vostre impressioni e se il mio resoconto vi è stato utile.

TMF – TOUR DU MONT FALLERE

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