Valle Maira – Sentiero Pier Giorgio Frassati & Monte Soubeyran
- Agosto 06, 2023
- by
- Maria Paola Salvanelli
Ultimo giorno in Valle Maira, voglio sfruttare la giornata ma senza cimentarmi in cose troppo impegnative, devo considerare anche le 3 ore di auto che mi aspettano per rientrare a casa. Questo itinerario non presenta alcuna difficoltà, è adatto a tutte le gambe ed anche l’escursionista più allenato ed esigente proverà grande soddisfazione grazie alla bellezza e varietà di scenari che potrà apprezzare.
La scelta ricade un bellissimo itinerario ad anello dedicato a Pier Giorgio Frassati, figlio del fondatore del quotidiano La Stampa e grandissimo appassionato di montagna. Appartiene ad una delle famiglie più in vista dell’alta borghesia di Torino dei primi del 1900. Nonostante la sua estrazione alto-borghese è molto devoto, dedica la sua breve vita (morì di meningite a soli 24 anni) alla cura delle famiglie più povere e disagiate, portando loro conforto e aiuto materiale. Viene beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990 e in seguito alla sua beatificazione il C.A.I. dedica alla sua memoria una rete di sentieri nelle varie regioni di Italia. Pier Giorgio Frassati ha ispirato tutti quei giovani che, come diceva lui, vogliono “vivere e non vivacchiare”.
Spesso si percorre questo anello salendo prima al Grange Pausa, io preferisco il senso opposto, per affrontare il dislivello più impegnativo in salita e la mattina. Quindi nell’ordine raggiungo: il Lago Visaisa, il Bivacco Bonelli e il Lago Apsoi, il Passo della Cavalla e per finire scendo a Grande Pausa.
Località di partenza è Acceglio. Superato l’abitato si supera il ponte sul Maira, e si prosegue per la stretta stradina che conduce alle Sorgenti del Maira (1.654 m). Qui si trova un ampio e comodo parcheggio gratuito.
Seguendo i segnavia per il Lago Visaisa, affronto da subito una ripida salita che si inerpica in un piacevole bosco di larici. Dopo circa una ventina di minuti raggiungo un bivio. Tenendo la destra di imbocca si percorre il sentiero Frassati che conduce alla Grange Pausa. Lo utilizzerò per il ritorno, ora procedo verso il lago tenendo quindi la sinistra.
Guadagno velocemente quota fino a raggiungere la sella erbosa e punto panoramico da cui è possibile osservare il lago, osservandone l’invaso mi sembra parecchio sofferente per la mancanza d’acqua.
La giornata è particolarmente ventosa e in questo punto è come se si fossero date appuntamento tutte le correnti che attraversano la Valle. Per un attimo tentenno, penso quasi che sia il caso di tornare all’auto ma poi decido di provare a proseguire. In effetti la situazione migliora nettamente.
Noto i resti dell’Albergo Principe di Piemonte, bruciato nel 1924 ma non mi soffermo troppo in questo punto dove, seppur panoramico, oggi si fatica a rimanere in piedi, il vento sposta.
L’itinerario prosegue, mantenendosi in quota, in direzione del Bivacco Bonelli. Attraverso nuovamente un lariceto fino a un traverso detritico. La vegetazione è quasi scomparsa e il sentiero si fa ora più ripido. La veduta si allarga, alle mie spalle il panorama è notevole. Scorgo il Lago Visaisa nella conca sottostante e in lontananza la Rocca Provenzale con il caratteristico abitato di Chiappera, meta della pima prima uscita.
Dopo gli ultimi ripidi e faticosi zig zag raggiungo un pianoro dove è ubicato il Bivacco Bonelli (2.330 m). Rimango affascinata da questo quadretto, il Bivacco quasi protetto dalle alte e severe cime che lo circondano, il Monte Oronaye (3100 m) e Auto Vallonasso; si affaccia su un Lago dalle acque limpidissime, dove alcune persone nonostante il vento gelido che è tornato a graffiarmi il viso, stanno facendo il bagno. Si tratta del Lago Apsoi.
Scendo fino al Bivacco per una breve pausa e approfitto della struttura per proteggermi e ripararmi dal vento.
Riprendo il sentiero sale in diagonale a nord del bivacco. Ora, con una pendenza meno pronunciata, attraverso ampi e ariosi prati fino ad un bivio. A sinistra si prosegue per il Colle delle Munie, io procedo in direzione del Passo della Cavalla (2.540 m), dove sono presenti alcune strutture militari che non vengono più utilizzate. Proseguendo verso il Passo scorgo alla mia sinistra il piccolo laghetto Lago delle Munie Inferiore, dove si stanno abbeverando alcune mucche.
Raggiunto il Passo noto alla mia sinistra il sentiero che conduce alla vetta del Monte Soubeyran (2.701 m), una cima di rocce sedimentarie che divide la vallata di Saretto da quella dell’Ubayette, già in territorio francese.
Sono titubante. Vado o non vado. Valuto che serviranno circa 30 minuti per raggiungere la Cima. Controllo l’ora. Sono ampiamente dentro i limiti di tempo della tabella che mi ero prefissata. Si va. Aggiungo questo extra al giro.
Probabilmente sarebbe stato più agevole salire prima al Colle delle Munie (bivio ignorato qualche centinaio di metri indietro) e poi proseguire sul sentiero di cresta, ma questo è un fuori menù improvvisato al momento 😊
La salita non presenta comunque alcuna difficoltà, diventa solo più ripida nella parte terminale e bisogna prestare attenzione poco prima della cima in quanto si attraversa una zona detritica un poco scivolosa.
Raggiungo la croce di vetta. Il panorama è vastissimo e superlativo. Ai miei piedi riconoscono l’abitato di Chiappera con la Rocca Provenzale che si erge fiera alle sue spalle. Mi incanto a seguire con lo sguardo i profili delle montagne che spaziano tutt’attorno: dal Sautron al Brec de Chambeyron, dal Monte Maniglia al Chersogno.
Dopo una breve ma quanto mai meritata pausa, decido di scendere seguendo il crinale, utilizzando quindi la via che forse avrebbe avuto più senso seguire per salire ma tutto sommato sono felice dell’ordine che hanno preso gli addendi, dopo tutto scendere da quel pezzettino detritico sotto la cima, seppur breve non sarebbe stato per niente simpatico. La discesa da questo lato è molto più agevole ed ho la possibilità di scorgere il suggestivo Lago della Reculaye e l’esteso altopiano della Montagnette.
Ovviamente non proseguo sul sentiero fino al Colle delle Munie ma scendo tagliando per i prati e raggiungo nuovamente il Passo della Cavalla.
Per scendere dal Passo della Cavalla utilizzo una mulattiera di origine militare. Supero la ex casermetta Cavalla e procedo su una cresta detritica facendo bene attenzione a non scivolare per via della natura del terreno. La mulattiera diventa via via più dolce e stabile fino ad incontrare pascoli erbosi.
Con una breve deviazione rispetto al sentiero principale raggiungo la croce di Caraglio (2.336 m). Purtroppo, sono controsole e non riesco a ritrarre come vorrei un messaggio che trovo di grande ispirazione. Dal dosso panoramico scorgo bacino di Saretto.
Faccio ritorno alla mulattiera principale che con ampi tornanti e qualche balzo conduce a Grange Pausa (2.056 m). Procedo seguendo a tratti la strada principale, a tratti qualche evidente scorciatoia che taglia le curve più ampie e raggiungo una sorgente dove approfitto per riempire la borraccia ormai esaurita.
Apprezzo nuovi scorci da una prospettiva completamente diversa sulla Rocca Provenzale.
Lungo la discesa incontro una sorgente, Fonte Pausa (2.122 m). Mi colpisce il cartello che riporta una citazione di Tolstoij: “La sorgente è un modello per l’uomo. Essa dà da bere a tutti, senza chiedere niente, fa del bene a tutti, senza aspettare alcuna ricompensa.”
In breve entro in una fresca pineta che mi accompagna fino al bivio incontrato questa mattina si chiude questo spettacolare anello. Per fare ritorno alle Sorgenti del Maira percorro lo stesso tratto utilizzato per la salita. Dal bivio al parcheggio impiego solo 10 minuti.
TABELLA RIASSUNTIVA
- Partenza: Sorgenti del Maira quota 1.654 m
- Arrivo: Monte Soubeyran quota 2.701 m
- Dislivello complessivo in positivo: 1.047 m
- Totale Km: 19