Valle Maira – Traversata del Monte Scaletta
- Agosto 05, 2023
- by
- Maria Paola Salvanelli
Questo percorso è straordinariamente suggestivo per la bellezza e varietà dell’ambiente, regala scorci mozzafiato sulla Valle Stura, i laghi di Roburent e tutta la Valle Maira. Tuttavia, è adatto ad escursionisti allenati e che non soffrono di vertigini. Ovviamente può essere tutto declinato a proprio uso e consumo, percorrendone anche solo un pezzetto ma ammetto che il bello sta proprio nella parte più complicata. Confesso anche che, nel mentre, mi sono chiesta più e più volte chi me lo avesse fatto fare, ma poi, a fine giornata la soddisfazione è stata totale.
Di grande interesse anche per la presenza di opere militari costruite in posizioni ardite, purtroppo lasciate oggi in uno stato di totale abbandono. Per raggiungere la cima dello Scaletta (2.840 m) si passa proprio attraverso uno di questi tracciati, in particolare attraverso un tunnel, e questo rende la salita ancora più adrenalinica.
Adrenalinica è anche la strada carrabile che conduce al punto di partenza. In generale tutte le strada secondarie della Valle Maira sono adatte a bravi guidatori dai nervi saldi. Mi ritengo una guidatrice prudente, abituata ormai alle strade di montagna, tra curve a gomito e sterrati, ma quelle della Valle Maira mi hanno fatto sudare freddo. Strette, strettissime anche solo per un’auto, figuratevi quando ne arriva una in senso contrario!
Raggiungo l’abitato di Viviere, proseguo oltre il camping finché trovo degli slarghi sulla strada che mi consentono di parcheggiare.
Proseguo a piedi su strada sterrata tenendo come direzione Prato Ciorliero.
A quota 1900, poco prima di un ponticello, trovo sulla destra l’imbocco del sentiero che conduce allo Scaletta. Mi addentro in un bel lariceto, guadagnando dolcemente quota. Continuando a salire raggiungo un bivio, a sinistra il sentiero Roberto Cavallero che utilizzerò al ritorno per chiudere l’anello. Tengo la destra e procedo su sentiero S10.
Si alternano tratti più faticosi di altri ma sempre in salita.
Raggiungo il Passo dell’Escalon (2.415 m) oltre il quale il sentiero spiana leggermente fino a raggiungere il Passo Scaletta (2.614 m).
Fino questo punto l’itinerario è da considerarsi E. Non ero sicura di salire fino in vetta. Avevo stabilito che lo avrei valutato sul momento. Ammetto che me la stava facendo sotto. Poi, vedendo una famigliola francese composta da padre e figlio adolescente mi sono animata ed ho intrapreso questa scalata. Ho volutamente utilizzato il termine scalata perché il semplice termine ascesa non avrebbe reso giustizia. Dopo tutto sto salendo sulla vetta dello Scaletta 😊
Imbocco quindi la traccia alla mia sinistra, questo ultimo tratto è classificato come EE. Io aggiungerei un’altra E. Seguendo la traccia si sale rapidamente e consiglio di salire a mani libere legando i vostri bastoncini allo zaino per essere più agevoli e agili. Raggiungo in breve tempo l’ingresso del ex tunnel militare lungo circa 40 m.
E’ stretto, basso e può essere utile una torcia frontale ma non è indispensabile. Io ad esempio, ho usato la torcia del cellulare.
All’uscita del tunnel si attraversa un canalone, si ingranano le ridotte e si continua a salire. Si alternano tratti più semplici a tratti più complessi dove l’uso delle mani è spesso utile per non dire necessario.
Come sono arriva in vetta ancora non lo so, ma posso dire che ne valeva la pena. Stupendo il panorama sui laghi Roburent, sulla Valle Stura, il passo della Gardetta con al fondo Rocca la Meja e il sottostante vallone di Unerzio. È persino visibile il Monviso.
La croce di vetta è molto particolare, è infatti costruita con pezzi di mitragliatrice. Sulla vetta è presente un bunker/osservatorio, cosi come una grande ruota dentata della teleferica adibita al trasporto di materiali per la realizzazione delle opere di fortificazione.
Mi godo un momento di profonda quiete assaporando la meraviglia che mi circonda.
È tempo di proseguire. Con la croce di vetta alle mie spalle, scendo dalla parte opposta seguendo il sentiero Roberto Cavallero, verso una forcella. Mi illudevo che la parte più tosta di questo itinerario fosse già stata cucinata e digerita, invece… invece non sapevo cosa mi avrebbe atteso ora.
Il tratto che segue ora e che mi condurrà dallo Scaletta al Passo Peroni è il più aereo che abbia mai affrontato. Ho provato un misto di emozioni, tra la pausa e la meraviglia, tra lo stupore e la voglia di proseguire e quella di fermarmi e farmi venire a prendere non so da chi…
Si è letteralmente rapiti dalla straordinarietà del luogo, ci si muove tra grandi guglie rocciose, ora bianche, ora rosse, ora grigie. Tuttavia, non ci si deve distrarre ma rimanere super concentrati a ogni singolo passo, ad ogni singolo movimento. Il percorso è obbligato e su sentiero o traccia sempre ben segnato. I tratti più ripidi o le cenge esposte sono attrezzati con catene. Gli scorci sui laghi sottostanti sono mozzafiato.
Ho volutamente usato un tono melodrammatico, forse calcando anche un po’ la mano. Ma la verità non si discosta tanto dal resoconto. È un tratto straordinario ma bisogna prestare davvero tanta tanta attenzione. Non è per tutti e non lo dico per vantarmi, anzi. Ero davvero spaventata nel mio volere proseguire e in certe situazioni la paura è sana. Ad alcuni paralizza. A me permette di concentrarmi maggiormente, tutti i sensi sono in allerta, ogni passo è calibrato, anche il respiro e le apnee sono cadenzate in maniera da agevolare il moto.
Proseguo il mio itinerario e raggiungo il Passo Peroni (2.578 m) da cui mi affaccio sulla Valle Stura.
Poco più in alto alla mia destra trovo la casermetta del Bric. Tenendo la sinistra procedo su un lungo traverso su terreno detritico; non presenta particolari difficoltà ma attenzione ai numerosi pozzetti proprio a livello sentiero dove potreste inciampare.
Raggiungo il Passo della Croce e il Bivacco Due Valli (2.600 m)
Procedo verso Nord, in direzione del Colletto Vittorio.
Di questo tratto ho solo una foto, e questa la dice lunga. Se non scatto è perché sono talmente concentrata a dove metto i piedi che mi dimentico di documentare. Questo pezzo per me è stato anche peggio dell’altro, forse anche a causa della stanchezza e tensione accumulata nelle gambe. Si tratta di un canalino stretto, di terra dura, scivolosa. Per fortuna ci sono delle catene fisse altrimenti avrei fatto ritorno all’auto direttamente volando.
Raggiungo finalmente il Colletto Vittorio (2.525 m). Mi viene quasi da baciare terra come i marinai dopo mesi e mesi di navigazione. Da qui posso finalmente rilassarmi.
Entro in una bella e facile mulattiera e tra un fischio e l’avvistamento di diverse marmotte raggiungo il Ricovero Militare dell’Escalon (2.270 m).
Procedo sulla mulattiera, unica traccia presente fino a ricongiungermi con il sentiero S10 utilizzato per salire questa mattina.
TABELLA RIASSUNTIVA
- Partenza Viviere: quota 1.813 m
- Punto più alto: Monte Scaletta quota 2.840 m
- Dislivello complessivo: 1.027 mt
- Totale Km: 20