Valle d’Aosta – L’Alpe di Ceucca, anello in Val d’Ayas
- Gennaio 21, 2022
- by
- Maria Paola Salvanelli
Oggi percorro un anello per me nuovo. Un percorso che definirei alternativo in quanto non l’ho mai visto pubblicizzato e devo ammettere che è anche un tantino mal segnalato ma è una valida alternativa in questa stagione in cui è preferibile mantenersi a media quota e optare per giri di media lunghezza e difficoltà.
È un anello bello in tutte le stagioni ma particolarmente indicato in questo momento dell’anno in cui bisogna trovare soluzioni non troppo complesse perché le giornate, anche se si stanno lentamente allungando, sono ancora corte.
Lascio l’auto a Saint Jacques (1.689 mt), il primo tratto è lo stesso itinerario già descritto più volte che porta al Lago Blu o Cime Bianche.
Raggiungo la località di Fiery (quota 1.878 mt), caratterizzato da una chiesetta, un vecchio hotel dismesso e il piccolo bar che in questo momento è chiuso, apre solo in estate.
Ora, invece di seguire l’itinerario che normalmente utilizzo quando salgo per questo versante, per poi dirigermi verso Cime Bianche, utilizzo un sentiero diverso, ripeto è poco segnalato ma spero con le mie indicazioni potrete seguire facilmente i miei passi ed apprezzare questa escursione davvero molto piacevole.
Seguo il segnavia N. 6 che porta dietro l’abitato di Fiery e tenendo la sinistra, raggiungo il fiume Tzere con il suo ponticello di legno, che in questo momento è ghiacciato e ricoperto di neve.
Attraverso il ponticello e seguo le tracce nella neve tenendo la destra. In estate tutte le indicazioni vi portano a tenere la sinistra per poi risalire nel bosco e salire verso il Vallone di Cime Bianche. Oggi giro a destra per raggiungere l’Alpe Vaztè, c’è un masso enorme con un segno rosso. Da qui si tiene la destra. In inverno è più evidente, in pochi salgono a Cime Bianche e quindi si trovano diverse tracce nella neve.
Raggiungo l’Alpe Vaztè per poi proseguire verso l’Alpe Ceucca. Sopra questo ultimo alpeggio si erge una cima con una croce. Oggi grazie al cielo molto limpido e azzurro è ben visibile già da Fiery. L’ Alpe Ceucca ( o Cucaz) ha diversi nomi e declinazioni dialettali, dipende quale app, libro o cartina state consultando.
Ripeto, non è un sentiero ben segnalato. Anche l’app che sono solita consultare mi suggerisce un percorso diverso, molto più lungo e che sale in maniera più graduale ma in inverno aiuta il fatto che è un itinerario abbastanza battuto soprattutto dai locali. Seguendo le tracce potrete memorizzarlo bene e poi rifarlo in estate. I turisti tendenzialmente sono tutti diretti al Lago Blu, anche se in questo momento è completamente ricoperto di neve e quindi non visibile. Il parcheggio di Saint Jacques questa mattina al mio arrivo era pieno ma su questo sentiero non ho incontrato nessuno.
Raggiungo l’alpeggio dismesso di Vazté, lo costeggio, seguo la traccia bella battuta e su sasso trovo una freccia gialla che mi suggerisce la direzione. Passando dietro l’alpeggio, trovo il segnavia 6c, qui tengo la destra e lentamente inizio a salire in maniera più decisa.
La neve è pochissima quest’anno però l’inverno ci sta regalando giornate talmente limpide che sono una benedizione.
Arrivo ora ad un punto che potrebbe confondere. Ci sono alberi caduti, tronchi spezzati, sassi, ed effettivamente non si capisce bene la direzione da tenere. Mi sono spesso sbagliata arrivata qua. Non dovete procedere diritto ed entrare nella pietraia, se vogliamo chiamarla cosi. Mantenetevi esterni, il sentiero sale come una serpentina stretta. Da basso non si vede, è più evidente scendendo. Vi posto questa foto che per quanto brutta da un punto di vista fotografico spero possa esservi di aiuto da un punto di vista escursionistico.
Il sentiero sale deciso e al di là della stagione in cui deciderete di percorrerlo, questa è una escursione, che seppur breve richiede un minimo di allenamento. Ho portato degli amici tempo fa e quelli meno allenati hanno faticato ad arrivare in cima. Quindi non fatelo come prima escursione dell’anno; si guadagna quota in un tratto relativamente breve e ci sono tratti abbastanza ripidi. Fate a modino e valutate bene la vostra preparazione.
Seppur siano presenti tratti con ghiaccio non sto usando ramponcini, ho solo dei buoni scarponi da inverno. Bisogna prestare attenzione soprattutto ai punti dove la neve si è sciolta, lasciando il posto ad un tappeto di aghi di larici che sembra innocuo ma proprio sotto questa coltre rossa si celano dei bei pezzi ghiacciati che potrebbero essere molto insidiosi. Ti aspetti di mettere il piede sul morbido quando in realtà sotto c’è un lastrone. Fate attenzione e se sentite di non avere un passo bello fermo usate i ramponcini che durante le escursioni invernali è sempre bene avere nello zaino.
Raggiungo un secondo alpeggio, quello di Chucoz. Utilizzo il nome che vedo sulla app poi sicuramente anche questo ha altri nomi.
Da qua si ha una bellissima visuale sulla Valle di Champoluc; in questo momento non è esattamente a favore di sole ma si vede bene tutta la strada che ho percorso per arrivare fino a qua.
Arrivata all’alpeggio, continuo a salire, seguendo la freccia gialla. Non passo dietro l’alpeggio, proseguo in salita. Anche qua il sentiero non è forse visibilissimo ma dovreste identificarlo senza troppe difficoltà, sapendo che dovete sempre salire.
La cima si avvicina anche se manca ancora una mezz’oretta. Sto salendo con calma, fermandomi a fare foto, audio, mi vesto e mi svesto di continuo, un classico in montagna! Da Saint Jacques si sale in due ore a passo tranquillo.
Sono quasi in cima. Trovo ora una freccia segnaletica e mi viene da sorridere perché le poche presenti sono posizionate nei punti più inutili, dove è parecchio evidente dove passare. Mancano invece nei punti che potrebbero creare più dubbi. Non so perché questo sentiero non è indicato meglio ma attenzione, non vuole essere una critica, è solo una constatazione di un dato oggettivo.
Ho cercato di fornirvi le indicazioni dei nodi cruciali e spero vi possano essere di aiuto. Non ho volutamente postato foto della salita nel tratto di bosco perchè avrei rischiato solo di confondervi. Il sentiero si intravede quindi per uno abituato ad andare in montagna è abbastanza semplice identificarlo. Come ho già detto, sconsiglio questo itinerario ai meno allenati.
Sono in cima, contraddistinta da una croce di legno. La vista Val d’Ayas è magnifica, ripercorro con lo sguardo le cime che la incorniciano: il Polluce (4.092 mt), il Castore (4.22.8 mt), il Monte Rosso di Verra (3.034 mt), il Palon di Resy (2.675 mt), e più in basso le pisce da sci di Champoluc.
Esattamente dietro mi me si trova invece l’alpeggio di Ceucca (2.205 mt). Qui faccio una breve sosta pranzo e poi scendo dall’altro versante, l’Alpe di Tzere (2.178 mt)
Imbocco il sentiero 8E che scende giù nella valletta di Tzere.
Rispetto a quando sono salita i primi dell’anno la neve si è decisamente sciolta. Siamo a quota 2.000 e un pochino si è comunque mantenuta ma si può tranquillamente proseguire senza ciaspole mentre i primi giorni dell’anno ricordo che avevo rinunciato a proseguire perché non attrezzata. Ora invece è percorribile anche solo con gli scarponcini. La neve è bella compatta e non si scivola.
Sulla neve si vedono un sacco di tracce di animali. Segno che questa è una zona dove c’è del “movimento”, anche se nelle ore centrali della giornata è difficile fare avvistamenti. Gli animali sono più attivi la mattina presto o al tramonto, anche in inverno.
Inizio ad intravedere il vallone di Tzere con il suo fiume. C’è un gruppo ben nutrito di ciaspolatori che sta salendo, dal numero credo si tratti di un’uscita di gruppo con guida. Il vallone di Tzere rimane in ombra e la quantità di neve si è decisamente maggiore.
Il tratto a scendere è abbastanza ripido quindi devo fare attenzione perché potrei scivolare. La neve, seppur farinosa, tiene.
Trovo due piste battute che mi possono portare al di là del fiume. Opto per quella che passa sopra il ponticello.
Mi immetto in un sentiero ben battuto, sempre l’8E. Ora ho due alternative:
- girare destra per tornare al punto di partenza e chiudere l’anello.
- girare a sinistra e arrivare in fondo alla valletta di Tzere, una zona molto bella in estate dove amo spesso fermarmi a prendere il sole o consumare il mio pranzo al sacco.
Visto che il nutrito gruppo di ciaspolatori era diretto in questa direzione, per altro ora tutta in ombra, io giro a destra ed opto per la prima soluzione. Se mi seguite già da un pò sapete che salgo in montagna per trovare la pace e la quiete, non il casino.
Il sentiero prosegue perfettamente battuto. Sono quindi felice di aver scelto di compiere l’anello in questo senso. La parte che ho fatto a salire sarebbe stata al ritorno molto più ripida e con il ghiaccio sarebbe risultata più insidiosa. La presenza di neve facilita la discesa perchè riesco a fare più presa sul terreno rispetto a quando c’è solo ghiaccio come dall’altro versante. La scelta si è rivelata perfetta.
Raggiungo una cascata, ora è tutta ghiacciata, si sente appena il rumore dell’acqua che scorre sotto lo strato di ghiaccio. Ora non lo direste ma vi assicuro che in estate fa la sua figura!
Subito dopo la cascata incontro un punto panoramico, c’è una sorta di terrazzino delimitato da una staccionata e attrezzato con una comoda panchina. Un vero e proprio balconcino sulla Val d’Ayas.
Il sentiero continua a scendere nel bosco. È molto piacevole. Sicuramente è più facile identificarlo da questo versante ed è anche molto meglio segnalato. Non ho ancora indossato i ramponcini. Sto cercando di fare attenzione, passando dove non c ‘è neve, in alcuni punti è più semplice che in altri. Non voglio mettere i ramponcini non tanto per pigrizia ma proprio perché si alternano punti in cui potrebbe essere utili ad altri in cui sarebbero totalmente di impiccio e inappropriati, rischierei solo di romperli o rovinarli perché si passa sulla pietra viva. È un situazione un pò ibrida e per questo sto temporeggiando.
A breve mi ricongiungo con il sentiero che, tenendo la sinistra, conduce all’Alpe di Verra e quindi al Lago Blu. Io tengo la destra per fare ritorno a Saint Jacques.
Siamo a Bel Bosco con la casa alpina di Don Bosco, credo fosse una colonia ora in evidente stato di abbandono. C’è molto silenzio e pace. Sembra che la ressa di questa mattina trovata al parcheggio sia già sulla strada di casa.
Non passerò più davanti all’abitato di Fiery ma raggiungo il bivio dove questa stamattina ho girato a sinistra. Ora arrivo da destra. Proseguo per lo stesso percorso di questa mattina e faccio rientro a Saint Jacques.
Spero avervi fornito degli spunti interessanti per la vostra prossima escursione!