VALGRISENCHE – Lac Du Fond, uno smeraldo incastonato tra le rocce
- Luglio 28, 2021
- by
- Maria Paola Salvanelli
Oggi sono diretta in Valgrisenche, l’unica Valle della regione dove non sono ancora stata.
Non c’è una ragione particolare, semplicemente non si era ancora presentata l’occasione.
Destinazione Lac du Fond (2.438 mt) e forse una piccola variante extra. Amo le varianti, soprattutto quando non sono pianificate ma decise seguendo l’umore e la forma fisica del momento.
Sono partita tardi, come previsto questa mattina mi sono svegliata sotto la pioggia ma nel primo pomeriggio sono attese ampie schiarite, motivo per cui deciderò sul momento se sarà fattibile proseguire oltre il Lac du Fond e salire fino al Col Crosatie (2.838 mt)
Mi dirigo verso la borgata di La Clusaz (1560 mt) oltre l’abitato di Planaval. Lascio l’auto in un piccolo spiazzo lungo la strada, circa 200 metri dopo le indicazioni per il Lago. Sono ben visibili, non vi potete sbagliare.
Parto che si sono già fatte le 13,00. La salita al lago richiede 3 ore secondo la cartellonistica.
Il primo tratto di sentiero è il classico spezza fiato e non da tregua. Si gode di un bel panorama sull’abitato Planaval e sulla Valgrisanche, per poi addentrarsi sempre di più nel fitto del bosco.
Non ci sono scuse o distrazioni. Si sale a testa bassa per un pezzo di tracciato che definirei anonimo.
Dopo circa 30 minuti si incontrano i ruderi dell’alpeggio di Bénévy (1.950 mt) inghiottiti dalla vegetazione. Si prosegue la salita fino ad incontrare il gorgogliante torrente Planaval sulla vostra sinistra.
Ammetto che questo primo tratto mi ha demoralizzato. Non tanto per il dislivello o la fatica, sono abituata a sentieri ben peggiori ma avevo tanto sentito parlare del Lac du Fond e me lo aspettavo più panoramico. Sono un po’ perplessa ma cerco di non perdermi troppo in panegirici mentali e concentro le energie per la salita. Tempo un’oretta e improvvisamente si apre davanti ai miei occhi uno spettacolo a cui non ero assolutamente preparata. FIABESCO!
È come se fossi passata dal guardare un libro di fotografia in bianco e nero (avete presente quelle foto sgranate e sfocate di una volta?) ad un libro illustrato a colori, con le gigantografie a tutta pagine. Per quanto ami la fotografia in bianco e nero, non trovo similitudine migliore per trasmettervi l’emozione provata in questo momento.
Mi guardo attorno incredula tra i fischi delle marmotte che hanno subito registrato la mia presenza. Mi hanno quasi spaventato tanto ero assorta nel contemplare il paesaggio circostante. Mi concedo 10 minuti per scattare qualche foto e compiacermi di tanta bellezza, in particolare della magnifica vista sulle vette dello Château Blanc.
Proseguo verso il Lago e lo stupore cresce man a mano che mi addentro nel vallone.
Sarà che non c’è anima viva, sarà l’effetto sorpresa, avendo visto solo foto del lago ma non del percorso per raggiungerlo, sarà che nel primo tratto di salita ero entrata in modalità “era meglio se sceglievo un’altra meta”… ebbene. L’effetto WOW per me oggi è decisamente triplicato.
Il sentiero a questo punto si sviluppa lungo un pianoro acquitrinoso, dove il torrente de Glacier disegna ampie curve aggirando grossi massi. Attraversati due ponticelli di legno raggiungo i resti dell’alpeggio Baracche di Fond (2.340 mt). Si prosegue a salire per un pendio detritico, seguendo l’Alta Via n.2
Raggiungo il lago alle 15,30. Al netto di tutte le pause prese per scattare foto confermo che da fondovalle servono 3 orette per salire. Forse anche 2 ore e 30 minuti ma a me non piace correre e avere il tempo di assaporare ogni singolo passo.
Nel frattempo, sono stata doppiamente premiata. Il cielo si è schiarito ed è uscito uno splendido sole. Posso procedere verso il Col Crosatie. Dovrei impiegare circa 1 ora e mezza, con un dislivello di circa 400 metri.
Anche se non avete in programma di salire fino al Colle vi consiglio comunque di imboccare questo sentiero per godere di una vista dall’alto del Lago, le cui acque da questa prospettiva risaltano di un colore verde smeraldo.
Il sentiero sale con una lunga serie di piccoli tornanti che fanno prendere notevolmente quota. Il lago si fa sempre più piccolo senza perdere il suo splendore.
Ad eccezione di un piccolo tratto leggermente esposto la salita al Colle non presenta particolari difficoltà. Suggestiva alla mia destra la maestosa guglia della Torre del Tighet (2.976 mt) che diventa sempre più vicina.
Seguo un lungo traverso quasi pianeggiante, per poi tornare a salire. Si inizia ad intravedere il caratteristico ometto di piramidale che segna la vetta.
Raggiungo il Col de la Crosatie (2.826 mt) che sono quasi le 17,00. Me la sono presa comoda ed ho scattato un sacco di foto.
Arrivo in concomitanza ad una coppia salita dal versante opposto, da Promoud. Sono le prime persone che incontro da quando sono partita questa mattina e ammetto che fa piacere poter scambiare anche solo un sorriso.
Il Col Crosatie è punteggiato da sassi appuntiti che si ergono verso il cielo come lance, quasi a protezione di questa vetta che ha qualcosa di magico.
Il ritorno avviene sullo stesso sentiero dell’andata ma sarà molto più veloce. Impiego solo 2 ore per rientrare all’auto, a riprova che sono le innumerevoli (ma doverose) pause fotografiche che rallentano le mie salite.
Sia la salita al Lac du Fond che al Col Crosadie non presenta nessuna difficoltà tecnica, tenete solo conto di del dislivello, 780 mt per il lago e altri 400 mt per il Colle.