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Giordania, informazioni utili per pianificare il viaggio

A Novembre ho avuto l’occasione di prendere parte ad un meraviglioso viaggio in Giordania, un paese in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione e con una natura di una bellezza sconvolgente. È stata una vera sorpresa, non pensavo che la Giordania potesse colpirmi così nel profondo. Quando si nomina la Giordania, ovviamente, la prima cosa che viene in mente è Petra e ammetto che anche per me è stato il movente principale di questo viaggio. Effettivamente Petra è uno di quei luoghi da vedere almeno una volta nella vita ma la Giordania è molto di più. Dopo aver fantasticato di trovarsi al cospetto del “Tesoro”, il monumento simbolo di Petra che esplode tra le rocce rosa, una domanda emerge subito spontanea: “è un paese sicuro?”. Confinando con zone turbolente e in conflitto da anni si è indotti a pensare che la Giordania possa essere una meta pericolosa. Niente di più sbagliato. La Giordania è un paese sicuro che vi accoglierà con un sorriso e vi farà sentire a casa.

Giordania, Wadi Rum

META SICURA

Il popolo è estremamente ospitale e gentile, “welcome to Jordan” sarà una delle frasi che sentirete pronunciare più spesso al vostro passaggio.  In nessun momento mi sono sentita in pericolo o in situazioni scomode. Troverete spesso polizia e posti di blocco, garanti dell’ordine nel paese e particolarmente amichevoli con i turisti, al massimo vi chiederanno il passaporto per un veloce controllo.

Ci sono parecchie cose da fare e da vedere in Giordania ma allo stesso tempo se avete a disposizione solo una settimana si riesce a stilare un itinerario vario e che vi permetterà di assaporare il paese senza ridursi alle solite maratone che poco lasciano una volta a casa.

ITINERARIO

Questo l’itinerario super collaudato ideato da Camminate Fotografiche, il gruppo a cui mi sono affidata per scoprire questo affascinante paese. Io ho preferito muovermi in compagnia, trovando tra l’altro dei tour leader e dei compagni di viaggi meravigliosi; tenete comunque presente che la Giordania è un paese che ben si presta ad un on the road da organizzare in completa autonomia.

Giorno 1 – Arrivo nella vivace capitale di Amman. Qualche imprevisto ci ha fatto ritardare di parecchie ore il nostro arrivo, anzi per forze di causa maggiore, il primo giorno lo abbiamo interamente passato in aeroporto e il programma ha subito qualche variazione ma non ci siamo persi d’animo, anzi preannunciava che sarebbe stata un’esperienza memorabile e così è stata.

Giorno 2  Dedichiamo la mattina alla visita del sito archeologico di Jerash, una cittadina a circa 60 km a nord di Amman. A passo lento respiriamo la storia che trasudano questi imponenti resti romani, rinvenuti solo nel 1900. Il sito è ben conservato, calcolate almeno 3 ore per girarlo con calma. Sulla Lonely Planet trovate il percorso consigliato.

Giordania, JerashGiordania, JerashGiordania, JerashGiordaniaNel pomeriggio facciamo ritorno ad Amman dove ci attendono l’imperdibile cittadella, l’antiteatro romano dall’acustica perfetta e la Moschea. Non ci facciamo mancare una passeggiata in Rainbow street, ricca di bazar, negozi di spezie e ottimi ristoranti dove assaporare la gustosa cucina locale.

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Giorno 3 – Salutiamo Amman. Inizia il nostro on the road vero e proprio. Percorrendo la Strada dei re raggiungiamo Shobak, un antico castello situato a sud di Amman. Del castello rimangono solo alcuni resti, quello che rende imperdibile la vista è la sua posizione. Dalla cima della collina si può godere di una vista mozzafiato. Nel pomeriggio, attraversando zone desertiche, punteggiate da piccoli villaggi beduini dove il tempo sembra essersi fermato raggiungiamo la località nota con il nome di “Piccola Petra” o “Petra Bianca” per una passeggiata in questo canyon che ricorda, seppur con le dovute proporzioni, la sorella maggiore.  Anche qui sono presenti alcune tombe nabatee ma il colore della roccia è molto più chiaro rispetto alla Petra che tutti conoscono e di cui avremo un assaggio questa sera, grazie all’esperienza di Petra by Night, quando avremo la possibilità di attraversare il Siq illuminato dalla sola luce delle candele e sederci al cospetto del tesoro per un breve concerto di musica beduina mentre viene servito del tè caldo. Un’emozione che non dimenticherò mai. Attenzione. Petra by night, per quanto turistica è un’esperienza da non perdere ma viene fatto solo il Lunedì, Mercoledì e Giovedì. Tenetene conto durante la pianificazione del vostro itinerario.

Giordania, Little PetraGiordania, Petra by night

Giorno 4 – quello più atteso, un’intera giornata da dedicare a Petra.  Ci ritroviamo ad attraversare lo stretto Siq che conduce al tesoro. Percorrerlo con la luce del giorno è un’esperienza totalmente diversa da quella della sera precedente, non sembra nemmeno di essere nello stesso posto. Arrivati dinnanzi al tesoro l’emozione è sempre palpabile ed è solo la prima tappa di una giornata densa di scoperte. Ma Petra merita un post dedicato, quindi tornerò sull’argomento. Una cosa ve la posso dire già da ora, nel tardo pomeriggio quando la luce calda del tramonto avvolge le rocce multicolore, sarà durissima salutare questo luogo incantato e fare ritorno al campo tendato.

Giordania, PetraGiordania, PetraGiordania, Petra

Giorno 5 – se prima di partire ipotizzavo che Petra da sola valesse il viaggio, il deserto del Wadi Rum ha ribaltato le mie aspettative. Antico luogo di passaggio, dove carovane stracolme di merce preziosa, transitavano per raggiungere i fiorenti porti del Mediterraneo. È un deserto prevalentemente roccioso quindi non aspettatevi alte dune di sabbia ma ugualmente affascinante. È un mondo a parte da cui non vorrete più venire via. Abbiate l’accortezza di passarci almeno una notte. Tornerò presto a parlarvi del Wadi Rum.

Giordania, Wadi RumGiordania, Wadi RumGiordania, Wadi RumGiordania, Wadi Rum

Giorno 6 – se pensate che le sorprese di questa vacanza siano finite, vi sbagliate di brutto. A malincuore salutiamo il deserto che ci ha accolto con i suoi silenzi pieni di significato e raggiungiamo Dana, un minuscolo villaggio in pietra arroccato in cima ad un dirupo da cui si gode di un panorama meraviglioso. Dana è il punto di partenza per entusiasmanti trekking anche di più giorni in zona. Purtroppo, noi siamo solo di passaggio ma non nego che è uno di quei posti che ti fanno subito pensare ad un possibile ritorno. Attraversiamo le suggestive gole del Wadi Mujib, una sorta di Grand Canyon che mi lascia letteralmente a bocca aperta. La voglia di fermare l’auto ad ogni curva viene anche soddisfatta ma le foto non rendono giustizia alla bellezza del posto. In serata arriviamo sul Mar Morto e dopo 5 notti passati in campi tendati ammetto che trovarsi in un resort affacciato sul Mare mi lascia un tantino disorientata. Il ritorno alla civiltà, soprattutto quando accompagnata da comodità e lussi di cui non si era avvertita minimante la mancanza, procura necessariamente una sensazione iniziale di smarrimento.

Giordania, DanaGiordania, Wadi MujibGiordania, Wadi MujibGiordania, Wadi MujibGiorno 7 – mattinata di totale relax, nonostante non faccia caldissimo ci divertiamo a galleggiare nelle acque ricche di sale del Mar Morto, non senza esserci prima cosparsi il corpo dei benefici fanghi che lasciano la nostra pelle più liscia di quella di un bambino. Ritemprati nel corpo e nello spirito in tarda mattinata facciamo visita al monte Nebo, luogo sacro dove il Signore avrebbe mostrato a Mosè la terra Promessa. Davanti a noi si apre una pianura secca, bruciata dal sole. Lo sguardo spazia per tutta la valle del giordano. Nelle giornate limpide è possibile intravedere Gerusalemme ma non è oggi il caso. Il nostro viaggio prosegue per Madaba, una tranquilla cittadina famosa per i pittoreschi mosaici.  All’interno della Chiesa di San Giorgio è conservato un mosaico di epoca bizantina realizzato con oltre 2 milioni di tessere che rappresenta la Terra Santa ed è considerato essere il più antico mosaico al mondo. A Madaba si respira un’atmosfera estremamente rilassata, è la tappa perfetta a conclusione di un viaggio indimenticabile. La Giordania mi ha regalato emozioni forti e mi ha riempito ogni giorno gli occhi e il cuore di stupore.

Giordania, Mar MortoGiordania, Mar MortoGiordania, monte NeboGiordania, monte NeboGiordania, Madaba

Giorno 8 – Purtroppo è già tempo di saluti. Facciamo ritorno ad Amman dove rendiamo l’auto e ci imbarchiamo sul volo che ci riporterà in Italia.

VOLO

Con Ryanair è possibile raggiungere Amman in 4 ore con comodi voli diretti (comodi ma con tutte le limitazioni di questa compagnia) Ecco, noi saremmo dovuti partire con Ryanair ma a causa di un piccolo imprevisto abbiamo perso il volo. Per fortuna dopo poche ore partiva un volo Alitalia con scalo a Roma. Sicuramente sarebbe stato meglio non perdere il volo ma nell’imprevisto ci è comunque andata bene.

QUANDO ANDARE

Sono stata in Giordania nel mese di Novembre e con l’itinerario sopra descritto l’ho attraversata da Nord a Sud, trovando sempre un clima piacevole durante il giorno più fresco e molto ventoso la sera. In Dicembre sono più frequenti le piogge e le temperature, la zona attorno a Petra e nel deserto diventano molto rigide. In estate, al contrario, il clima è torrido e viaggiare quando fa così caldo compromette inevitabilmente la percezione che si può avere di un posto. Il periodo migliore per viaggiare in Giordania è quindi la mezza stagione, autunno/primavera.

COME SPOSTARSI

Abbiamo incontrato diverse persone che si stavano spostando in autobus. Questo è sempre possibile quando il tempo non è risicato. La soluzione migliore, a mio avviso, per essere indipendenti e liberi da qualsiasi vincolo è noleggiare un’auto. Guidare in Giordania è semplicissimo, le strade sono ben tenute e ben segnalate. Le uniche difficoltà potreste trovarle nel traffico cittadino di Amman ma con calma, pazienza e qualche strombazzata di clacson si esce da qualsiasi ingordo.

VISTO E JORDAN PASS

Il visto per entrare in Giordania costa 50 JOD e si può acquistare al vostro arrivo in aeroporto.

Se invece avete optato per il Jordan Pass, già sapete che il visto è già incluso. Dovrete semplicemente mostrare la ricevuta del vostro Pass al controllo passaporti. Il Jordan pass, come suggerisce la parola stessa non è altro che un pass, che dovrete avere sempre con voi per tutta la durata del viaggio (stampato o su cellulare) in quanto permette di accedere gratuitamente alle principali attrazioni del paese. Esistono tre tipologie di pass che si differenziano solo dal numero di ingressi inclusi per Petra (1, 2 o 3). Noi abbiamo optato per il pass base, ovvero quello che includeva un solo ingresso a Petra e il cui costo è di 70 Jod. Capite bene che costando il visto 50 JOD, già conviene. Al seguente link trovate tutte le informazioni sull’argomento.

DOVE DORMIRE

Come indicato in apertura questo viaggio non è stato organizzato personalmente da me, per cui non posso prendermi nessun merito se non quello di averlo vissuto con occhi curiosi, sempre pronti a farsi ammaliare e cuore aperto e riconoscente. Ci tengo comunque a segnalarvi le strutture dove abbiamo pernottato, perché mi sono trovata benissimo.

  • Hotel Zaman Ya Zaman, Al Hashimi, Amman
  • Petra Mars Camp, Campo tendato vicino a Petra
  • Wadi Al Qamar Camping, Campo tendato nel Wadi Rum
  • Dead Sea spa Hotel, Mar Morto
  • Saint John Hotel, Madaba

Le strutture sopra citate sono state selezionate da Camminate Fotografiche, se ancora non li conoscete vi invito a seguire la loro pagina ed iniziare a camminare con loro, sono fantastici!

Come da tradizione mi piace introdurre un nuovo viaggio con qualche dritta di carattere pratico. Ora che ho fatto il mio dovere, voglio far parlare il cuore. Voglio condividere con voi quello che la Giordania ha davvero suscitato in me. Queste le emozioni scritte a caldo sul volo che mi riportava in Italia.

Giordania, frammenti di viaggio

Una settimana ricca di emozioni in cui il tempo si è dilatato ed ho la netta sensazione di essere via da almeno un mese. 

Un volo perso davanti al gate di imbarco ma il peggiore dei contrattempi ha fatto da prologo al viaggio perfetto.

La prima cena ad Amman, dopo una giornata interminabile, servita da una cameriera mascherata da fenicottero rosa, un animale che è diventato la nostra ossessione.

I siti archeologici ed i resti che si sono conservati fino ad oggi ci hanno catapultato tra le meraviglie di un tempo andato. Come riuscissero a costruire opere così perfette e armoniose rimarrà un affascinante mistero. 

Attimi di panico durante il pranzo a Jerash al rimbombo sordo della ruota di camion che scoppia  e subito tutti a pensare di essere sotto attacco.

Una playlist rock creata ad hoc che non abbiamo potuto ascoltare ma è bastata Cristina D’Avena a farci scatenare.

Litri di te alla salvia per cui ho sviluppato una sorta di dipendenza ma già so che a casa non avrà lo stesso sapore.

Il vento di Petra, gelido e dispettoso ma che ci ha fortificato il corpo e lo spirito.

Il cielo blu, intenso e sfacciato, senza una nuvola che ha incorniciato l’intero viaggio. La prima cosa che ho capito mi sarebbe mancata appena scesa dall’aereo.

I momenti “donna moderna” e la condivisione di app di cui ignoravo l’esistenza.

La sabbia color ocra del Wadi Rum che si è solidificata all’interno delle scarpe e accompagnerà ogni mio passo per i prossimi mesi.

Pane, spezie e humus che per quanto fosse “letale” per il nostro intestino non riuscivamo a smettere di mangiare da tanto era buono. 

Pranzi e cene da Nababbi, una maratona gastronomica fino all’ultima polpetta.

Le docce non fatte e i vestiti che ormai camminavano da soli. Ed anche a questo giro mi chiedo perché mi ostino a trascinarmi dietro una valigia così ingombrante.

L’ospitalità del popolo giordano e il fascino dei beduini, saranno quei turbanti ma “i brutti sono altri”( cit. Ge).

Stringersi attorno ad una stufa su morbidi cuscini colorati avvolti dal fumo e dalle bolle dei narghilè.

I gatti, onnipresenti, che da sotto al tavolo aspettavano un momento di disattenzione per unirsi al banchetto, illudendosi di non dare nell’occhio.

Venire coinvolti in danze tipiche beduine prima ancora di rendersi conto che una lezione di GAG in confronto è un semplice risveglio muscolare.

Passare da una campo tendato sperduto in mezzo al deserto ad un Resort di lusso affacciato sul mare ed oltre a provare un certo disagio, aver bisogno di una mappa per trovare il ristorante.

Divertirsi a galleggiare nel Mar Morto e ancora non capire come tutto quel sale possa rendere la pelle così liscia e compatta.

Doppio dosaggio di fermenti lattici per scongiurare un “cagotto” che alla fine non ha risparmiato nessuno.

Le foto serie e quelle “fate qualcosa di strano”, tipo assumere la posa della gallina.

I pisolini postprandiali durante gli spostamenti in macchina, svegliandosi al grido di ”dossoooo!”

Lo shopping compulsivo di creme e fanghi del mar morto. Un beauty arsenale da fare invidia alla più fornita delle SPA di un centro benessere.

I tramonti, ogni sera più infuocati, che ammiravamo in silenzio quasi trattenendo il respiro per paura di rovinare la magia di quell’attimo.

Un gruppo di persone uniche, che hanno avuto il coraggio di mollare tutto per inseguire i propri sogni. E se il destino me le ha fatte incontrare forse mi vuole dire qualcosa.

Ancora una volta, la consapevolezza a fine vacanza che sono nata pronta per partire ma mai abbastanza per tornare.

La Giordania è stato questo e molto di più.

Soprattutto tante risate a mente libera e cuore leggero.

Semplicemente grazie.

Grazie ai tour leader Arianna e Omar e alle compagne di viaggio Gessica e Patrizia. Se la Giordania mi rimarrà nel cuore è soprattutto grazie a voi.

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