Tanzania, la grande migrazione
- Febbraio 09, 2020
- by
- Maria Paola Salvanelli
Se siete appassionati di Africa e di documentari avrete sentito sicuramente parlare della “Great Migration”. Milioni di gnu, zebre e gazzelle, seguite dai grandi predatori, sono i protagonisti dell’esodo naturale più spettacolare al mondo. Seguendo la pioggia, questi enormi mandrie di erbivori selvatici si spostano lungo un tracciato ben definito tra Tanzania e Kenya, alla ricerca di acqua e un terreno sicuro dove dare alla luce i piccoli.
La Grande Migrazione è considerata uno degli eventi naturali più spettacolari al mondo, lascia letteralmente a bocca aperta chi ha la fortuna di assistervi. Vediamolo più nel dettaglio.
Teatro della grande migrazione è la pianura del Serengeti, una regione del Nord della Tanzania, al confine con la Riserva Faunistica del Masai Mara, in Kenya, con cui forma un unico ecosistema.
Tra Kenya e Tanzania quindi non esistono recinzioni e le mandrie seguono da sempre un percorso circolare che attraversa i due paesi.
Il Parco del Serengeti è riconosciuto come una delle aree selvagge più famose dell’Africa, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1981.
In lingua masai Serengeti significa “pianura sconfinata” ed è proprio questo il panorama che si apre davanti a miei occhi. La vegetazione tipica di questo parco è la savana, punteggiata dalle caratteristiche acacie ad ombrello e distese di erbe basse che rendono più facili gli avvistamenti.
Più di 14 mila chilometri quadrati ospitano una quantità notevole di specie animali. Pensate che sul territorio si muovono qualcosa come 1,7 milioni di gnu, 250.000 zebre, 400.000 gazzelle, 2.800 leoni, 1.000 leopardi, 250 ghepardi, 2.700 elefanti. Sono numeri che fanno girare la testa e che riflettono la grandezza del luogo.
Ogni anno, le grandi mandrie di erbivori, formate da più di un milione di gnu e centinaia di migliaia di zebre, si spostano senza sosta attraverso un percorso circolare lungo circa 800km, tra le pianure del Serengeti e del Masai Mara, seguendo il ciclo delle piogge stagionali.
Cosa determina questo continuo peregrinare? Ovviamente la lotta per la sopravvivenza.
Gnu e zebre si spostano alla ricerca di pascoli verdi e nuove fonti d’acqua dove abbeverarsi. Ma la migrazione è un vero catalizzatore per i predatori. Oltre ad una lunga e sfiancante marcia, le grandi mandrie, devono fare i conti con ostacoli molto più pericolosi; attraversare fiumi infestati da coccodrilli, o difendersi dagli agguati dei grandi felini: leoni, leopardi, ghepardi ma anche iene e sciacalli. Tutti aspettano il loro passaggio per banchettare. L’istinto di spostarsi è più forte della paura che coccodrilli e leoni possono rappresentare.
Il fatto di muoversi in branchi così numerosi aumenta le possibilità di nascondersi e rappresenta per questi animali l’unica possibilità di salvezza. Per questo motivo gli gnu, (wildebeest) i veri protagonisti della migrazione, sono accompagnati da zebre, gazzelle e impala. Gli gnu si difendono dagli attacchi dei predatori grazie alle robuste corna e cooperando tra loro. Ogni notte delle sentinelle vigilano sul resto della mandria. Le zebre possono contare sul loro manto striato che crea una vera e propria illusione ottica. I felini non riescono a stimare la reale distanza della preda e spesso, stancandosi nella corsa, rinunciano all’attacco. La gazzella invece può contare sulla sua proverbiale velocità, è in grado di raggiungere i 100 km/h.
Una delle cose più affascinanti della Grande Migrazione è proprio vedere come la natura è riuscita ad organizzarsi per assicurare la salvaguardia di ogni specie.
Come già accennavo, a governare questa marcia sono le piogge stagionali, che vanno da ottobre ad aprile anche se, ogni anno, l’inizio della stagione delle piogge può variare, cosi come l’entità delle piogge stesse. Per questo motivo non è possibile prevedere con esattezza la posizione delle mandrie in anticipo. In generale però le mandrie seguono sempre la stessa rotta per cui a grandi linee possiamo delineare una mappa che qui condivido per rendere il fenomeno più chiaro e aiutarvi a pianificare al meglio il vostro safari in Tanzania.
mappa presa dal web- ilovetanzania.it
Gennaio – Marzo (i nostri mesi invernali): è la stagione del parto, la “calving season”. La zona del lago Ndutu, compresa tra Serengeti Meridionale e la Conservation Area del Ngorongoro è caratterizzata da un terreno molto ricco di sali minerali che rende le erbe basse particolarmente nutrienti per le madri che allattano i piccoli che nascono tra febbraio e marzo, proprio mentre le mandrie si trovano in questa zona. Sono almeno 400 mila i piccoli di gnu che vedono la luce ogni anno e se viaggiate in questo periodo sarà facile vedere cuccioli di zebre e gnu. Poi quando le pianure di questa zona iniziano ad inaridirsi, le mandrie si spostano verso il Nord della Tanzania. I nuovi nati sono pronti a seguire gli adulti e partono tutti assieme alla ricerca di nuovi pascoli e acqua.
Ho visto con i miei occhi le immense pianure ricoperte di gnu e zebre a perdita d’occhio, è uno spettacolo indescrivibile che nessuna foto è in grado di rendere appieno.
Apile – Maggio: comincia lo spostamento dal centro del parco Serengeti (Seronera) verso ovest. È il periodo delle grandi piogge ed è il momento peggiore per visitare il paese, violenti temporali trasformano il bush in paludi sconfinate. Essendo bassa stagione, le tariffe sono notevolmente ridotte ma la visibilità non sarà eccezionale e girare in jeep o dormire in tenda potrebbe risultare poco piacevole.
Quest’anno le piccole piogge hanno subito ceduto il passo a temporali più copiosi e pur avendo viaggiato a fine gennaio devo dire di aver assistito a qualcosa di simile e in certe giornate gli avvistamenti sono stati piu difficoltosi. Ma prevedere con anticipo le bizze del clima è sempre più difficile.
Giugno – Luglio: ha inizio la stagione secca. Le grandi mandrie si spostano verso Nord, nel cosiddetto Western Corridor, diretti verso il fiume Grumeti. È il momento dei famosi attraversamenti, alcuni esemplari avranno la peggio e saranno vittima degli spietati rettili che popolano il fiume.
Luglio – Settembre: uno dei momenti più attesi, l’attraversamento del fiume Mara, le cui acque sono infestate da centinaia di coccodrilli in attesa del loro passaggio. L’attraversamento del fiume Mara è una tappa obbligata per completare la migrazione. I coccodrilli percepiscono la vibrazione di milioni di zoccoli di gnu che battono sul terreno e attendono famelici le loro prede.
Gli gnu si radunano sulla riva del fiume e possono attendere anche giorni prima di attraversarlo. Sono i capibranco ad iniziare la traversata. Il pericolo non è rappresentato solo dai coccodrilli. In questo periodo il fiume Mara è in piena e molti gnu annegano nella corrente. Una volta raggiunta l’altra sponda, se sono scampati alle fauci degli enormi rettili e alla forza della corrente, devono fare i conti con leoni e leonesse pronti ad attaccare appena se ne presenta l’occasione. Uno spettacolo crudele e affascinante al tempo stesso. Gli animali che sopravvivono raggiungono le pianure sconfinate del Masai Mara in Kenya. In questo periodo è decisamente più facile più facile avvistare la fauna selvatica, l’erba è bassa e la maggior parte degli animali si raduna intorno alle fonti d’acqua. Certo è altissima stagione, i parchi sono affollati e tutto risulta più costoso. Gli attraversamenti del fiume Mara tra luglio e settembre possono essere ancora più spettacolari di quelli del Grumeti di maggio-giugno.
Ottobre – Dicembre: ha inizio la stagione delle piogge, le grandi mandrie fanno dietro front per tornare nelle pianure del Serengeti/ Ngorongoro a riprodursi.
Concludendo, qualsiasi periodo dell’anno è ottimale per organizzare un foto safari all’interno del Serengeti, anche nei periodi in cui non avviene la migrazione. È sempre emozionante andare a caccia dei leggendari Big Five: elefante, leone, leopardo, rinoceronte e bufalo, i cinque animali più grandi d’Africa.
Nel Serengeti, oltre ai grandi mammiferi, c’è molto altro: varie migliaia di antilopi, impala e gazzelle di Grant, sciacalli, le iene maculate, il bellissimo gatto selvatico, centinaia di specie di uccelli dai colori vivaci, scarabei stercorari e l’aquila nera.
Vi sconsiglio però di muovervi in autonomia. Ci sono zone dell’Africa che ben si prestano a fly & drive, la Tanzania non è uno di questi. Bisogna conoscere le strade, gli sterrati e soprattutto il comportamento degli animali. In aggiunta, la migrazione potrebbe iniziare prima a causa di stagioni particolarmente aride o, al contrario, la stagione delle piccole piogge potrebbe risultare particolarmente copiosa. I ranger sapranno gestire queste variabili e vi condurranno in tutta sicurezza alla scoperta di uno dei parchi più suggestivi di tutta l’Africa.
CONSIGLI PRATICI
QUALE TOUR OPERATOR
La scelta del tour operator è fondamentale per la riuscita del vostro safari, tenendo sempre presente che il movimento migratorio non può essere determinato con precisione, in quanto è strettamente legato all’andamento delle piogge e alla disponibilità d’acqua. Io mi sono affidata a MOKORO, un tour operator specializzato in viaggi in Africa che si è contraddistinto per professionalità e gentilezza. L’organizzazione è stata impeccabile. Ho pernottato in campi tendati fissi, per un’esperienza più autentica e a stretto contatto con la natura selvaggia del Serengeti.
Per la prima volta ho volato con Ethiopian Airlines. Nonostante qualche incertezza iniziale dovuta alle recensioni non particolarmente positive, soprattutto in merito alla gestione dei bagagli duranti gli scali, devo dire di essermi trovata bene. Valigie arrivate senza ritardi, sia all’andata che al ritorno.
VISTO
Per entrare in Tanzania è necessario il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi.
Il visto può essere acquistato in aeroporto all’arrivo, dopo aver compilato un form per l’immigrazione. Il costo è di usd 50 da pagare in contanti o con carta di credito. Preparatevi ad interfacciarvi con diversi sportelli, ancora una volta la complessa burocrazia africana mi ha lasciata perplessa. Prima dovrete consegnare l’apposito form. Poi vi verranno rilevate le impronte digitali. Successivamente vi verrà rilasciata la ricevuta per il pagamento ma pagherete allo sportello successivo. Il quinto sportello è quello decisivo, vi verrà restituito il passaporto con visto e timbro!
È possibile fare richiesta anche on-line. Compilato un apposito modulo e pagati i usd 50, si riceve via email un codice a barre (Visa Grant Notice) da presentare all’arrivo in aeroporto. Il visto vero e proprio verrà comunque emesso al vostro arrivo in aeroporto, quindi le tempistiche sono pressoché identiche.
VACCINI
Non ci sono vaccini obbligatori, inoltre le zone del Serengeti/ Ngorongoro data l’altitudine è a bassissimo rischio malarico. Personalmente non sono molto favorevole alla profilassi, che in quanto profilassi copre solo una parte dei ceppi di malaria che si possono contrarre. Ma quello sulla profilassi è una scelta molto personale, vi consiglio di parlarne con il vostro medico o l’ASL.
COSA METTERE IN VALIGIA
Dipende dal periodo da voi prescelto.
Durante la nostra estate, le temperature diurne sono piacevoli ma l’escursione termica tra giorno e notte è molto elevata e spesso le temperature notturne possono scendere a 0° (soprattutto a giugno/luglio/agosto). È bene portare un piumino o un giaccone invernale, guanti, sciarpa, berretto, felpe pesanti. Le strutture non sono riscaldate, quindi anche per la notte è bene avere qualcosa di caldo.
Durante il nostro inverno le temperature diurne sono molto elevate, e possono raggiungere anche i 35°/40° nelle aree più interne (in particolare in ottobre, novembre, dicembre). Nei primi mesi dell’anno (gennaio, febbraio, marzo) sono possibili rovesci e precipitazioni, è bene avere una mantellina impermeabile e scarpe in gorotex. È vero che passerete la maggior parte del tempo sulla jeep ma per spostarsi dalle aree comuni alla vostra tenda è bene avere scarpe che tengano l’acqua; se piove il terreno di trasforma in tempo zero in un pantano, Parlo per esperienza. Per il giorno, è sempre bene indossare abiti leggeri e dai colori neutri che proteggano gambe e braccia dalle punture degli insetti.
Da poco il governo Tanzaniano ha vietato l’utilizzo di sacchettini di plastica nel paese. Fanno controlli a campione dei bagagli, quindi evitate di portarli. Sono concessi solo i sacchetti ‘ziplock’ per contenere i prodotti per la cura personale (sapone, dentifricio etc…) che non possono per alcun motivo essere poi lasciati nel paese.
ELETTRICITA’ & PRESE
La maggioranza degli impianti utilizza spine a 3 uscite (2 piatte orizzontali e 1 verticale) come quelle inglesi. È consigliabile portare un adattatore per utilizzare gli apparecchi elettrici personali, anche se in alcune strutture erano già presenti nelle aree comuni.