Trekking in Liguria, da Riomaggiore a Portovenere per il Santuario di Montenero
- Gennaio 02, 2020
- by
- Maria Paola Salvanelli
Ben arrivato duemilaventiventi!
Le tradizioni vanno rispettate, a maggior ragione quando si entra in un nuovo decennio. Il nuovo anno l’ho accolto con una lunga meditazione in movimento. Da tempo preferisco festeggiare il 31 Dicembre sul divano, in compagnia di un bel film e possibilmente andando a letto ancora prima dello scoccare della mezzanotte, in modo da essere super operativa il giorno seguente e mettermi in moto quando ancora tutti dormono.
Quest’anno come trekking di apertura ho scelto quello che va da Riomaggiore a Portovenere, un sentiero già percorso qualche anno fa ma che non mi ero goduta a causa del brutto tempo. Vista la splendida giornata di sole che il meteo mi ha promesso, ho deciso di replicare, anche perché si tratta di un trekking giornaliero abbastanza lungo e durante le mie uscite in solitaria mi piace faticare per davvero. 12 km che poi sono diventati 18 km perché ammetto di essermi un po’ “imbelinata”, come direbbero i locali, nel trovare l’imbocco del sentiero.
A rischio di perdere di credibilità, lo ammetto. Nonostante fosse un percorso già fatto e nonostante mi fossi riletta il post del mio stesso blog ho realizzato, una volta sul posto, di non aver fornito indicazioni sufficientemente chiare. Motivo per cui ho deciso di scrivere un nuovo post, molto più dettagliato del precedente, al fine di evitarvi inutili giri a vuoto per Riomaggiore come è successo a me.
Sono partita da Parma con il treno delle 8,00 e dopo un cambio a La Spezia ho raggiunto Riomaggiore alle 10,30.
Mi sono subito diretta verso la Marina per immortalare questo pittoresco paesino di pescatori. Ormai avrò centinaia di foto di Riomaggiore e per quanto ci provi ad essere fantasiosa le inquadrature sono sempre le stesse ma ugualmente, lo stupore e l’emozione che tutte le volte mi suscita, è pari a quello della prima volta.
Ora può avere inizio l’escursione vera e propria.
Per errore sono tornata verso la stazione ed ho imboccato la strada contrassegnata da segnavia bianco e rosso che sale per il paese, ritrovandomi di fronte al Castello, un edificio storico situato nella parte alta del centro storico oggi utilizzato dalla amministrazione comunale come sala convegni e centro culturale.
Qualcosa non mi tornava.
Ho cominciato a girare attorno al Castello ma tutta la gente che incontravo era straniera e nessuno era in grado di fornirmi le informazioni che cercavo. Avevo anche scaricato alcune applicazioni sul cellulare ma devo arrendermi all’evidenza che certi strumenti sono comprensibili solo dai “millennials” o almeno non per me. Ovviamente non avevo nemmeno la cara vecchia cartina cartacea perché confidavo sulla mia memoria che ho capito essere invece inaffidabile tanto quanto le moderne apps. Ho vagato su e giù per Riomaggiore finchè un gentile signore locale mi ha indirizzato sulla direzione corretta.
Per cui, ricapitolando, dalla Marina si sale per l’unica strada che taglia il paese e si raggiunge il Centro Visita del Parco delle Cinque Terre. Qui c’è anche un piccolo parcheggio e una sbarra che regola il traffico in entrata nel centro abitato.
Da qui parte il sentiero SVA (ex n. 3), meglio noto come “La Via Grande”, antica strada di collegamento dal paese al Santuario di Nostra Signora di Montenero con il percorso intercalato da edicole votive dedicate alla Madonna e donate da alcune famiglie di Riomaggiore. Da qui in poi è tutto perfettamente segnalato non c’è più pericolo di sbagliarsi.
Dopo un primo tratto dovrete attraversare la carrozzabile ed imboccare la scalinata di fronte a voi. Comincia la salita tra i vigneti terrazzati e la macchia mediterranea fino ad arrivare al Santuario. Prestate attenzione se è appena piovuto o se gli scalini sono ancora bagnati dall’umidità della notte, sono abbastanza scivolosi.
Il santuario è circondato da un prato con alberi, diverse panchine e alcuni tavoli per una pausa ristoro, insomma il corredo perfetto per assaporare al meglio il panorama che da quassù (340 metri) è impareggiabile, la vista spazia dalla marina di Riomaggiore a tutto il litorale delle 5 Terre, fino a Punta Mesco. Sul retro invece, seppur distante di distingue l’isola Palmaria e Portovenere, la mia meta finale. Ma per me non è già tempo di fermarmi, anzi sono appena partita e sono a meno della metà dell’intero percorso!
Proseguo in direzione Telegrafo. Il sentiero attraversa vigneti e terrazzamenti coltivati e in questo tratto si mantiene prevalentemente pianeggiante. Ad un certo punto troverete un bivio, voi tenete la destra continuando sull’ AV5T (alta via delle 5 terre)
È una giornata di sole meravigliosa e incredibilmente calda. In questa prima parte di escursione ho incontrato pochissime persone ma avevo il mare a tenermi compagnia.
Raggiungo il piccolo nucleo abitativo di Lemmen, una manciata di case in pietra e una graziosa chiesetta.
Superatala chiesetta mi attende un nuovo tratto in salita su roccia e pietre irregolari fino al crinale del Telegrafo. Ho raggiunto quota 513 metri, il dislivello massimo di questo itinerario me lo sono lasciato alle spalle, da qui non si sale più. Qui è presente un piccolo bar ma credo sia aperto solo durante la stagione estiva.
Seguendo le indicazioni, che ripeto, sono sempre precise ed abbondanti, procedo in direzione Campiglia – Portovenere. Da questo punto in poi entro in un bel bosco di castagni. Non avrò più la visuale aperta sul mare fino a Campiglia.
Supero la chiesetta S. Antonio Abate, dedicata a tutti gli alpini. In questo punto (valico san Antonio) il sentiero si dirama: a sinistra per Biassa a destra per Schiara, io devo proseguire diritto. Quella per Schiara/Monesteroli è un’interessante variante da tenere in considerazione per un’altra puntata.
Come ben ricordavo (qualcosa lo ricordavo) lungo questo tratto si trova una Palestra nel verde, diversi attrezzi in legno per la ginnastica e il potenziamento muscolare.
Raggiunta Campiglia mi concedo una mini sosta per consumare il mio pranzo al sacco.
Il sentiero prosegue proprio dietro la chiesetta di Santa Caterina. Non lontano dalla chiesetta si erge una possente costruzione circolare in sasso con scala esterna. Potrebbe sembrare una torre di avvistamento, in realtà di tratta di un antico edificio usato per stivare le attrezzature di un mulino a vento (dalle pale ai motori), una forza motrice alternativa all’acqua utilizzata in passato dalla popolazione locale.
Dopo un altro pezzettino di bosco ci si ritrova all’ingresso del paese di Campiglia dove c’è un ampio parcheggio.
Si scende ora lungo la strada carrozzabile per alcune curve fino ad incontrare un nuovo sentiero che taglia nel bosco. In questo punto non ci sono indicazioni, solo dei segnavia bianco rossi pitturati su di un paletto. Se non riusciste ad identificarlo, non vi preoccupate. Proseguite per la carrozzabile per qualche altra curva fino a ritrovarvi ad un pannello esplicativo del Parco delle Cinque Terre, qui le indicazioni tornano ad essere evidenti. Ci sono due diversi sentieri diretti a Portovenere. Un cartello indica 2 ore e 25 minuti. L’imbocco del sentiero è asfaltato, non so poi come prosegue.
Il scelgo il percorso più breve e panoramico (1 ora e 40 minuti). Senza alcun dubbio è la parte più emozionante dell’intero percorso.
In alcuni punti il sentiero è molto stretto e leggermente esposto ma con un minimo di attenzione non è difficoltoso. La visuale che si gode da qui verso l’isola della Palmaria e le falesie del Muzzerone è pazzesca. Questo tratto è più animato, molta gente arriva a Campiglia con l’auto e poi ne percorre anche solo un breve tratto. C’è sempre qualcuno che urla come se fosse al mercato a vendere frutta e verdura ma non gli permetto di infrangere la magia di questo momento, mi faccio superare e procedo con calma, concedendomi diverse pause per foto e assaporare la bellezza che mi circonda.
Mi ritrovo ora nella stessa area di sosta in cui ero sbucata qualche giorno fa arrivando da Marola. Se vi siete persi il post lo trovate QUI.
Da ora in poi il percorso sarà esattamente lo stesso. Scende fino ad intercettare la carrozzabile di cui percorro un breve tratto.
Ad un certo punto mi trovo ad un nuovo bivio. Sono certa che sarete tentati di tirare dritto, solo per questa volta non seguite l’istinto e inerpicatevi per il sentiero sulla vostra destra, che indica appunto Portovenere.
Percorro nuovamente un centinaio di metri di asfalto, passando davanti le Cave del Marmo Portoro.
Superate le cave il sentiero si immette nuovamente nel bosco fino a destinazione. In questo tratto dovete prestare attenzione perché il terreno tra rocce e radici è molto irregolare e la pendenza importante. Inoltre, se arrivate da Riomaggiore come me, è probabile che le vostre gambe inizio ad accusare un accenno di stanchezza.
Nonostante sia passata di qui solo qualche giorno fa non posso non rimanere estasiata dalla cartolina che ho davanti a me, con il Castello Doria e la Chiesetta di San Pietro che risplendono nella calda luce del tramonto.
Mi sarei seduta volentieri su una roccia per godermi lo spettacolo ma erano quasi 16,30 e volevo prendere il bus dei ’55, per fare ritorno a La Spezia in tempo per il treno delle ore 18,00. Il bus passa ai ’25 e ’55 di ogni ora. Vi fornisco queste indicazioni perché, se come me siete di Parma (o della provincia), potrebbero tornarvi utili.
La camminata completa è durata circa 4 ore mezzo, con pausa e varie soste fotografiche incluse.
La fermata del bus con cui farò ritorno a La Spezia si trova sul lungo mare, davanti la Pizzeria Ristorante La Lucciola, 100 metri dopo distributore di benzina Erg, sulla destra. Ricordatevi di acquistare il biglietto prima di salire, il costo è di costo di €2,50 ma a bordo c’è la maggiorazione. Io l’ho perso presso la sede della Proloco, nella piazzetta del paese, proprio dove vi condurrà la scalinata finale che scende parallela al castello.
Il bus impiega, a seconda del traffico, 30-40 minuti per arrivare a La Spezia e non vi porterà direttamente in stazione quindi se non siete pratici chiedete al conducente di indicarvi la fermata per voi più comoda. La fermata migliore è quella dopo lo stadio, a metà di un lungo viale alberato, Via Fieschi.
La stazione dista 10 minuti a piedi. Arrivati a questo punto cosa volete che siano altri 10 minuti di camminata!
2 Comments
Antonio
9th Mag 2022 - 14:34Buongiorno, interessante il percorso che hai descritto. Molto chiaro e preciso. volevo solo chiederti una cosa, mia moglie soffre di vertigini quando descrivi quei tratti che descrivi da Campiglia a Portovenere sono a strapiombo o si possono fare con calma e poi sono lunghi.
Grazie mille .
Tonino Maselli
Maria Paola Salvanelli
9th Mag 2022 - 15:56Buongiorno Antonio, sono felice che il post ti sia stato utile. Per quanto riguarda la tua domanda dipende se ne soffre in maniera lieve o se camminare su un sentiero stretto le provoca un disagio tale da paralizzarle il passo. Ci sono persone che si bloccano e potrebbe in tal caso diventare pericoloso. I tratti esposti sono concentrati solo nella parte finale del percorso ma se una persona soffre di vertigini in maniera acuta, anche un tratto breve, può rovinarle la giornata. Non ho la risposta, devi valutarlo con lei. In alternativa potete arrivare a Campiglia e fare ritorno a Rio Maggiore utilizzando lo stesso sentiero dell’andata. Buona gita.