Victoria Falls, il fumo che tuona
- Ottobre 22, 2019
- by
- Maria Paola Salvanelli
Le Victoria Falls, al confine tra Zambia e Zimbabwe, sono considerate una delle grandi meraviglie dell’Africa e una delle sette meraviglie naturali al mondo.
Fu David Livingstone, il celebre esploratore scozzese, il primo occidentale a visitare le cascate il 17 novembre 1855, durante un epico viaggio lungo il fiume Zambesi. Le cascate vennero chiamate Victoria, in onore della regina di Inghilterra ma localmente erano già note con il nome di Mosi-oa-Tunya, espressione che significa “il fumo che tuona“. Le acque del fiume Zambesi precipitano con un rombo assordante in una gola stretta e profonda creando una caduta d’acqua che si estende per più di un chilometro e mezzo da un’altezza di circa 108 metri. La caduta dell’acqua solleva vapori visibili anche a chilometri di distanza e da cui nascono arcobaleni improvvisi. Uno miracolo naturale da vedere almeno una volta nella propria vita.
Mosi-oa-Tunya: quando sarete al loro cospetto capirete che non potevano trovare un nome più azzeccato.
Trovandosi esattamente a cavallo tra Zambia e Zimbabwe sono facilmente accessibili da entrambi i paesi. Il dubbio che spesso sorge tra i viaggiatori è da quale versante la vista sia più spettacolare. L’ideale sarebbe ovviamente sperimentarli entrambi. Accedendo dallo Zambia avrete la possibilità di fare un bagno nelle Devil’s pool e stare in piedi sull’orlo delle cascate ma la visuale complessiva che ne avrete è più ristretta. Quindi, se come noi dovete scegliere, la prospettiva che si può apprezzare dallo Zimbabwe è decisamente più completa e più suggestiva.
La loro vicinanza a Kasane, porta di ingresso per il Chobe National Park, ci ha finalmente permesso al nostro quarto viaggio in Africa, di potere ammirare con i nostri occhi questo spettacolo della natura. Inoltre, i mesi che vanno da luglio a settembre è considerato il periodo migliore per ammirare questa immensa cortina d’acqua in tutta la sua potenza.
Dalla cittadina di Kasane ci dirigiamo quindi in Zimbabwe. Per fortuna alla frontiera non c’è troppa coda e le procedure per ottenere il visto sono abbastanza veloci. Tenete conto che per rilasciare il visto di ingresso devono compilare a mano diversi form e sappiamo bene che i funzionari in dogana non brillano per celerità ma come ho imparato ad inizio viaggio: “just smile and waves…!”
Il costo del visto per entrare in Zimbabwe è di usd 30,00 da pagare in contanti.
Il territorio che separa il confine del Botswana alla cittadina di Victoria Falls è un enorme parco ed i primi avvistamenti non si fanno attendere. Prima attraversa la strada un nutrito gruppo di giraffe, poi di elefanti. Ancora una volta rimango impressionata dalla bellezza selvaggia del territorio, impreziosita in questo periodo dell’anno, dai caldi colori autunnali che avvolgono e riscaldano il paesaggio.
Dopo tanti km percorsi nella natura incontaminata, l’arrivo a Victoria Fall è un misto di eccitazione e stordimento. Ci sono negozi, ristoranti, bar, uffici del turismo, pub…una cittadina costruita ad uso e consumo dei turisti. Qui trascorreremo due giorni in totale autonomia.
Alloggiamo presso il Cresta Sprayview Hotel, dopo 10 giorni consecutivi di campeggio entrare in una camera di Hotel mi fa un effetto strano, mi sembra ci sia così tanto spazio attorno a me che sono un po’ disorientata. Mi manca già l’intimità della tenda ma ammetto che la comodità di un bagno tutto per me è impagabile.
Veniamo portati all’ufficio della Wild Horizons, agenzia locale con cui collabora Kiboko, per prenotare eventuali attività extra mentre lo staff si godrà un po’ di meritato riposo. Ci viene mostrato un video introduttivo sulle diverse attività disponibili. Ce n’è per tutti i gusti, dalle proposte più adrenaliniche come rafting e bungee jumping a quelle più soft. La nota dolente è che sono tutte molte care. Siamo ancora un po’ incerti sul da farsi ma vorremmo sfruttare al massimo la nostra permanenza a Victoria Falls.
Decidiamo di prenotare subito per il pomeriggio il “volo dell’angelo”: 13 minuti di emozione pura in elicottero sopra le Cascate Vittoria. Ci accordiamo per il volo delle 16,00 e un servizio pick up ci verrà a prendere direttamente in Hotel.
Dopo un veloce briefing introduttivo veniamo pesati per capire come distribuire meglio il peso dei 4 passeggeri. Non ho mai volato su di un elicottero e sono davvero emozionata. Come fino ad oggi avevo visto solo fare nei film indosso le cuffie che attutiscono il rumore e che ci permettono di sentire eventuali comunicazioni da parte del pilota. In una nuvola di polvere ci stacchiamo lentamente da terra. Che sensazione meravigliosa! Ho immaginato così tante volte questo momento che temevo di averlo idealizzato ma quello che si apre davanti ai nostri occhi è al di sopra di ogni più vivida immaginazione. È solo dall’alto che si riesce percepire davvero bene la maestosità e spettacolarità delle cascate. Anche se di breve durata, il volo panoramico è un’esperienza assolutamente da fare.
Sulla via del ritorno invece di farci portare in Hotel chiediamo di essere lasciati in centro che da subito mi appare molto meno sfavillante di come mi era sembrato passandoci in pullman questa mattina.
Ci sono un sacco di persone che chiedono l’elemosina e provano a venderci la moneta locale fuori corso e non spendibile. Non mi capacito di come una città con un’affluenza di turisti così massiccia durante tutto l’anno possa essere in realtà cosi povera. Prima di entrare in Zimbabwe lo staff, che in questi giorni non sarà con noi, ci ha fatto solo due grandi raccomandazioni:
- non parlate di politica con nessuno
- non girate a piedi dopo il calar del sole
Mi sembravano le solite esagerazioni ma ora inizio a capire.
Visitiamo il mercato dell’artigianato locale, dove si trovano prodotti molto belli, gli stessi che vengono esportati nei diversi stati africani. Se avete la pazienza e la stoffa del commerciante qui potreste fare davvero degli affari e strappare dei prezzi interessanti. Accettano anche il baratto. Potreste scambiare le vostre scarpe, t-shirt o quello volete per una statuetta di legno intarsiata.
Obbedienti come due scolaretti prendiamo un taxi per rientrare in Hotel sono le 18,30 e il sole è già tramontato. Per cena ci rechiamo, sempre rigorosamente in taxi, al Pub “3 Monkeys”. Sarà che avevo saltato il pranzo ma l’hamburger con patatine che ordino è buonissimo!
Il giorno successivo con lo shuttle gratuito messo a disposizione dall’Hotel ci rechiamo al Victoria Falls National Park. Prima di entrare nel parco però ci dirigiamo al ponte che conduce in Zambia e attraversiamo il confine. Alla dogana basta dire che andate a vedere il ponte, vi rilasceranno un pass da rendere al vostro rientro in Zimbabwe. Ricordatevi di questo dettaglio o sarete costretti a pagare nuovamente il visto di 30,00 usd in ingresso. Sul ponte siamo sulla terra di nessuno. Viene regolarmente attraversato da macchine e camion che lo fanno vibrare leggermente. Ammetto che non vedo l’ora di essere sull’altro lato. Non provo nemmeno ad affacciarmi per guardare in basso, il solo ricordo anche ora che sono seduta alla mia scrivania, mi fa tremare le gambe. Raggiunta all’altra estremità del ponte raggiungiamo un sicuro punto panoramico da cui poter ammirare il ponte in tutta la sua lunghezza. Sto scattando una foto quando vedo qualcosa che dal ponte sta cadendo verso il basso. Quasi mi metto ad urlare quando realizzo che si tratta del bungee jumping e di qualche pazzo che ha deciso di buttarsi di sotto. Lo vedo rimbalzare su e giù finchè si esaurisce la forza d’urto e qualcuno scende a recuperarlo. Mai e poi mai potrei fare qualcosa di simile e se anche accadesse sarebbe sicuramente l’ultima cosa che faccio perché sono certa morirei di spavento ancora prima di buttarmi.
Facciamo ritorno in Zimbabwe ed entriamo nel Victoria Falls National Park. L’ingresso costa 30 usd a persona. Un lungo camminamento conduce a diversi view point, uno più strepitoso dell’altro. Ci saranno momenti in cui l’acqua nebulizzata delle cascate vi bagnerà dalla testa ai piedi ma è una caldissima giornata di sole e non voglio rinunciare alla piacevole sensazione di refrigerio indossando un asettico k – way. (anche perchè non ce l’ho!). Non riesco a contenere la gioia, corro da un view point all’altro e faccio milioni di foto, a conti fatti sono tutte uguali ma lo spettacolo naturale che ho di fronte ai miei occhi è talmente bello che non riesco a smettere di scattare. Il parco chiude alle 18,00 e per poco non ci chiudono dentro.
C’è ancora una cosa che abbiamo sperimentato in Zimbabwe e che da sola vale il viaggio ma merita un post dedicato.