Delta dell’Okavango, la vera essenza del Botswana
- Settembre 08, 2019
- by
- Maria Paola Salvanelli
Gran parte del Botswana è arido o semi-arido, motivo per cui risulta scarsamente popolato ma pur molto povero di acque il Botswana possiede alcuni bacini lacustri che vengono alimentati stagionalmente dal fiume Okavango. Durante il periodo di piena l’Okavango forma un complesso intreccio di canali e isolotti che richiamano una quantità infinita di animali tra cui ippopotami, coccodrilli, leoni, leopardi, aquile ed elefanti. Quando il fiume è in piena, raggiunge i 22.000 km ed è considerato il delta più grande del mondo.
Maun sarà la nostra base di partenza per le escursioni sul Delta e il volo panoramico sul Delta dell’Okavango è senza ombra di dubbio una delle esperienze più entusiasmanti del nostro viaggio in Botswana.
Passiamo dall’agenzia con cui abbiamo prenotato il volo per il pagamento e l’emissione dei biglietti. Si trova proprio di fronte all’ingresso dell’aeroporto di Maun, dove con i nostri preziosi biglietti in mano dobbiamo sottoporci alle normali procedure di controllo, esattamente come se stessimo per prendere un volo di linea. Mi sembra tutto così strano.
A meno che non abbiate una paura folle dei velivoli molto piccoli questa attività è imperdibile. Io non ero mai salita su un Cessna prima e quando l’ho visto da vicino qualche dubbio mi è venuto ma mai e poi mai avrei rinunciato a salirci.
Il Delta dell’Okavango è un ecosistema molto complesso. Il Delta ha origine dal fiume Cuito che dall’Angola lentamente si fa strada fino a raggiungere il delta, dove si dirama in più braccia che non hanno sbocco sul mare. Una caratteristica unica per un fiume. Quando le piogge ingrossano il fiume Cuito, l’acqua impiega mesi prima di raggiungere il delta ed alimentare l’Okavango che a quel punto diventa l’habitat ideale e richiama milioni di animali. Quindi il periodo migliore per visitare il Delta dell’Okavango è da maggio a ottobre, quanto è completamente inondato.
Dal Cessna mi sembra di essere dentro un documentario della National Geographic, non credo a quello che vedo. Sono talmente emozionata che non so più dove guardare e cosa fare: foto, video, no meglio ancora una foto…ma poi realizzo che è meglio godersi il momento con i propri occhi e non attraverso il mirino di una reflex. Cosi ripongo i miei strumenti e con il naso appiccicato al finestrino non faccio che ripetermi quando la natura è meravigliosa.
Lo scenario cambia di continuo, passiamo dalle zone più aride e desertiche caratterizzate da un colore giallo ocra e che rende il paesaggio quasi lunare, alle zone più fertili e verdi lungo i diversi corsi d’acqua che disegnano dolci curve come in un dipinto.
In prossimità dell’acqua possiamo ben distinguere ippopotami, elefanti, zebre e giraffe che vanno ad abbeverarsi. Sono tantissimi. Qui mi rendo davvero conto della vastità ed unicità di una terra come il Botswana. La luce calda del tardo pomeriggio rende l’atmosfera ancora più calda e fiabesca. Ecco il mal d’africa. Vorrei sorvolare il delta ancora per ore ed ore ma purtroppo è già tempo di atterrare.
La sera davanti al fuoco ci scambiamo impressioni e alimentiamo le intense emozioni vissute durante la giornata. Faremo base presso l’Audi Camp. Questo campeggio dispone di piazzole spaziose con zona barbecue, i bagni in comune sono puliti e spaziosi e le docce regalano acqua bollente di cui approfittiamo subito perché nei giorni a seguire dovremo un po’ arrangiarci. Dispone inoltre di un ristorante, bar e piscina anche se l’acqua era più gelida di un torrente in alta montagna. Immergo mezza gamba ed ho l’impressione che l’acqua bruci da tanto è fredda. Mi convinco in fretta che di più non si può osare.
Il giorno successivo ci attende un altro must di questo viaggio in Botswana, l’ESCUSIONE IN MOKORO, la tipica imbarcazione ricavata dal tronco di un albero e utilizzata dalla popolazione locale per muoversi lungo questi corsi d’acqua.
Per raggiungere il fiume impieghiamo circa 2 ore. Attraversiamo i villaggi della popolazione del Delta, un pugno di case di fango con tetti di paglia da dove escono bimbi sorridenti che ci salutano sventolando le loro manine.
Veniamo condotti al punto di partenza dove numerose canoe attendono l’arrivo dei turisti e facciamo la conoscenza dei nostri polar, i barcaioli che ci accompagneranno in questa bellissima escursione.Ci accomodiamo a due a due sulle imbarcazioni e ci sediamo su piccole seggioline di plastica posizionate in maniera da non sbilanciare la barca. Il polar in piedi dietro di noi inizia a remane aiutandosi con un lungo bastone. La canoa si allontana dalla riva scivolando silenziosa sull’acqua e ci addentriamo negli stretti canali che compongono il Delta.
Da subito la barca ondeggia vigorosamente ma non appena il livello dell’acqua sale si stabilizza grazie anche all’abilità del polar che mi chiedo come riesca a stare cosi eretto. Scacciato ogni timore di ribaltarmi in acqua mi abbandono totalmente e mi pervade una sensazione di immensa pace. Si sente solo il rumore dell’acqua che si apre al nostro passaggio e il canto degli uccelli che popolano le sponde del fiume.
Improvvisamente sentiamo rumori decisamente più sospetti che si fanno via via più intensi e vicini. Non ci sono dubbi, si tratta di ippopotami. Subito scorgiamo solo un paio di paffute orecchie tonde ma ben presto ci rendiamo conto che il fiume è pieno.
Manteniamo una distanza di sicurezza perché sappiamo quanto questi animali possono essere pericolosi.
Raggiungiamo un’isola dove scendiamo per una breve passeggiata. Scorgiamo qualche zebra che scatta nervosamente non appena entriamo nella loro traiettoria visiva e qualche giraffa, più dolci e mansueta, che al contrario delle zebre non sembrano troppo curarsi della nostra presenza.
Prima di salire nuovamente sul Mokoro consumiamo all’ombra degli alberi il nostro pranzo al sacco. Il gruppo di ippopotami è ancora ben visibile soprattutto ora che qualche esemplare ha deciso di salire sulla terra ferma, mostrando tutta la sua mole.
Anche questa escursione giunge purtroppo al termine. Mentre facciamo ritorno al punto di partenza vedo transitare diverse imbarcazioni cariche di tutto il necessario per un campeggio. Scopro che c’è la possibilità di fare escursioni in Mokoro di più giorni, un modo per addentrarsi molto più in profondità nel Delta ed esplorarlo. Mi riprometto di informarmi meglio per un eventuale nuovo viaggio in Botswana, perché diciamolo, questo è un paese che non si esaurisce con un solo viaggio.
ALTRI ARTICOLI SU BOTSWANA