Reggia di Colorno, la Versailles del Ducato di Parma
- Novembre 05, 2017
- by
- Maria Paola Salvanelli
Ieri a Colorno presso il MUPAC – MUSEO DEI PAESAGGI DI TERRA E DI FIUME si è svolto il 25° Instameet organizzato dagli Igers di Parma. Immagino tutti voi conosciate Instagram, il terzo social più utilizzato in Italia ed interamente dedicato alle foto, sul quale potete condividere i vostri scatti utilizzando degli hashtag che consentono di creare delle vere e proprie gallery dedicate ad un luogo o un argomento. Gli hashtag non sono altro che delle etichette, delle “parole chiave”, precedute dal simbolo #, il buon vecchio cancelletto per intenderci, che descrivono la foto in questione e facilitano gli utenti nel trovare foto su un tema o un contenuto specifico.
Instagram nasce con lo scopo di condividere foto scattate con il cellulare quasi in tempo reale, basta applicare qualche filtro per rendere la nostra foto più accattivante e condividerla.
Oggi, questo social si è evoluto e sono sempre di più gli utenti, io sono tra questi, che condividono non solo foto scattate sul momento ma anche foto più elaborate scattate con reflex o fotocamere avanzate.
Pensate che gli iscritti ad Instagram nel mondo sono 700 milioni, con 9 milioni di utenti attivi solo in Italia. Un numero che è più che raddoppiato in soli due anni.
A questo punto vi starete chiedendo ma che cos’è un INSTAMEET?
Dovete sapere che in ogni regione e città d’Italia c’è una community Igers, il cui scopo è promuovere le bellezze del territorio tramite semplici passeggiate fotografiche, visite guidate, challenge o più semplicemente la condivisione di foto a tema. Ognuna di queste community fa parte di una community ancora più grande, Igersitalia, che a sua volta è parte di una community internazionale il cui promotore nel 2011 è stato Philippe Gonzalez, madrileno di origini francesi.
Un Instameet quindi non è altro che un incontro fotografico volto a far e conoscere e pubblicizzare un particolare luogo, spesso è chiuso al pubblico o non fotografabile.
Per partecipare ed essere sempre aggiornati alle novità basta andare sul sito Instagramers Italia oppure sui vari social e digitare Instagramers + la città dove abitate o che vi piacerebbe visitare. Un Instameet può essere un ottima scusa per una trasferta fuori porta.
Per me è stata un’ occasione per conoscere meglio il mio territorio. Giusto ieri pensavo a quante volte sono stata alla Reggia di Colorno per mostre fotografiche ed eventi ma non ero mai andata a visitare il MUPAC, che si è rivelato ricco di spunti, non solo fotografici.
Prima di visitare il Museo si è tenuto un breve workshop introduttivo su vari argomenti tra cui: Instagram in numeri, le differenze tra un profilo personale e l’account aziendale, il sistema degli hashtag e l’importanza di uso corretto e consapevole, il passaggio di foto da computer a smartphone, i progetti fotografici più interessanti, le Storie di Instagram, una nuova funzione a me ancora sconosciuta ma prometto di applicarmi per stare al passo con i tempi 😉
I ragazzi di IgersParma Ci hanno fornito ottimi spunti di riflessione. Mi sono sempre chiesta come certi utenti, e non parlo di personaggi pubblici, possano avere mille milioni di followers. Un uso più consapevole e responsabile degli hashtag può fare la differenza. Come ci ha fatto giustamente notare Ottavia è consigliabile non usare hashtag poco popolari, quindi con meno di 2.500 post ma è anche controproducente usare hashtag con più di 250.000.000 di post, la nostra foto infatti si perderà inevitabilmente nel mucchio e non verremo mai notati.
A seguire abbiamo potuto visitare il MUPAC – MUSEO DEI PAESAGGI DI TERRA E DI FIUME
Il museo ha sede nell’ Aranciaia del Palazzo Ducale, in Piazzale Vittorio Veneto.
Un museo che nasce dal desiderio di un gruppo di volontari e appassionati di storia che hanno raccolto e classificato gli oggetti comuni che hanno caratterizzato il mondo rurale della popolazione locale. Troviamo quindi oggetti legati all’etnologia, all’agricoltura, alla casa e alle pratiche casearie. Vi è anche una sezione dedicata ai saperi, a sua volta suddivisa in saperi della mano, della terra, dell’acqua e della vita, dove trovano spazio oggetti legati alla lavorazione tessile, all’ artigianato locale, ai cicli agrari, alla pesca, ai trasporti fluviali, alla scuola e alla musica.
Veniamo cosi trasportati in suggestivo viaggio nel passato, in una dimensione ormai lontana ma la cui memoria è giusto tenere viva.
Al termite dell’ Instameet, celebrato con l’usuale aperitivo e proclamazione della miglior foto della giornata la nostra visita a Colorno è proseguita all’ interno della Reggia ma non prima di aver messo a tacere lo stomaco che iniziava a lamentarsi. Se passate in zona non posso che consigliarvi il Vedel, un ottimo ristorante che offre un ampia scelta di piatti tipici del territorio dai culatelli con diversa stagionatura, agli anolini in brodo e cotechino.
Grande attenzione per le materie prime di stagione, ieri infatti c’era una numerosa scelta di piatti con i funghi ma non mancano anche vari piatti a base di pesce. Ma se volete rimanere fedeli alla tradizione locale non potete non ordinare i tortél dóls, che a dispetto di quanto di si è indotti a pensare non si tratta di un dolce ma di un primo piatto. I tortél dóls sono un piatto tipico della tradizione culinaria della bassa parmense ed in particolare di del lembo di terra circoscritta ai Comuni di Colorno, Mezzani, Sissa, Torrile e Trecasali. La ricetta viene tramandata di famiglia in famiglia, da generazione in generazione.
I tortél dóls non vanno confusi con il tortello di zucca, anche se il sapore “dolce” può ricordarlo. Gli ingredienti base dei tortél dóls sono la mostarda, rigorosamente fatta in casa utilizzando pere nobili e mele cotogne. Pane grattugiato e vino cotto (il mosto). A questi ingredienti di base ogni “rezdóra” ( la massaia in dialetto) può aggiungere varianti personali. Alcune ricette prevedono anche l’uso di marmellata di susine, utilizzata per rendere il ripieno un po’ meno dolce. Vengono conditi normalmente con salsa di pomodoro e burro, ma non manca chi li preferisce “in bianco” con burro fuso e Parmigiano Reggiano.
Si narra che sia stata per prima la Duchessa Maria Luigia ad introdurre questa golosa ricetta nella cucina parmigiana, in occasione di particolari festività era solita offrire ai barcaioli di Sacca di Colorno un primo piatto dal ripieno agrodolce, che venne cosi battezzato tortél dóls. Ma è più plausibile ipotizzare che la sua origine sia da attribuire all’ ingegno dei contadini, che hanno sapientemente unito alcuni ingredienti della cucina povera ottenendo una ricetta ricca come questa. La mostarda era infatti un antico metodo utilizzato per la conservazione della frutta durante il periodo invernale mentre il mosto non era altro che un sottoprodotto della preparazione del vino. I tortél dóls sono infatti un piatto stagionale, tipico del periodo invernale. In ultimo la pera nobile e la mela cotogna sono frutti antichi autoctoni, a testimonianza di quanto la ricetta sia fortemente legata con la cultura del territorio. Una bontà tutta da gustare!
È tempo di visitare la Reggia di Colorno, soprannominata la piccola Versailles.
Un elegante struttura architettonica, con oltre 400 sale, corti e cortili e circondata da un meraviglioso giardino alla francese. La Reggia di Colorno vanta una lunga storia.
Nell’ area dove oggi è presente la reggia fino alla metà del 1300 sorgeva una costruzione militare, fatta erigere da un nobile in difesa dei propri possedimenti. Due secoli più tardi, per opera della contessa Barbara di Sanverino, l’edificio si trasforma in una residenza signorile e diventa il salotto di corte elegante e raffinata. Ancora più radicali saranno i lavori di ristrutturazione operati da Ranuccio Farnese che nel 1612 confiscò la proprietà della reggia alla contessa. Nel 1700 il Ducato di Parma e Piacenza passò ai Borbone. Sara Filippo che affidò all’architetto francese Ennemond Alexandre Petitot il compito di ristrutturare il palazzo secondo lo stile della reggia di Versailles. Alla morte di Ferdinando, figlio di Filippo di Borbone, il Ducato di Parma venne annesso alla Francia di Napoleone, dichiarato Palazzo Imperiale ed assegnato a Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone. Durante il suo regno, l’amata duchessa di Parma portò avanti diversi lavori non sono all’interno del palazzo ma anche al grande giardino. Dopo l’Unità d’Italia la Reggia diventò di demanio dello stato che adibì la struttura a manicomio provinciale per più di un secolo. Con la chiusura del manicomio, nel 1970, si è intrapreso un lungo lavoro di restauro che ha portato la Reggia allo splendore attuale.
Oggi la Reggia di Colorno, ospita la sede di ALMA, la prestigiosa Scuola di Cucina Italiana guidata da Gualtiero Marchesi.
Il percorso di visita comprende il Piano Nobile della Reggia con arredi del 1700, l’appartamento nuovo del Duca Ferdinando di Borbone con con la sua biblioteca, la camera da letto e lo studio privato e l’ osservatorio astronomico. Altrettanto interessante è la cappella ducale di San Liborio.
Anche quest’ anno la Reggia di Colorno ospita il Colorno Photo Life, evento nato dalla passione per la fotografia del fondatore Gigi Montali e dei volontari del Gruppo fotografico Color’s Light che offre agli appassionati di fotografia di ogni livello, l’occasione di vedere esposte le proprie opere a fianco di quelle di artisti di fama internazionale. Per il settimo anno consecutivo il festival offre un intenso programma e un momento di incontro tra autori ed alcuni importanti esponenti della fotografia italiana tra mostre, workshop, dibattiti culturali e letture dei propri portfolio.
“Capolinea” è il tema prescelto per l’edizione 2017, un tema per niente facile e di grande valenza metaforica che ha visto impegnati gli autori di 18 laboratori fotografici in 7 regioni italiane diverse.
Durante la vostra visita alla Reggia, non mancate di visitare il bellissimo giardino che in primavera ospita il festival “Nel segno del Giglio” e si arricchisce di un accurata selezione di topologie di rose, clematidi peonie e gigli ovviamente.
Certo, Novembre non è forse la stagione ideale per visitarlo ma rimane ugualmente suggestivo.
Il tempo è nettamente cambiato rispetto ai giorno scorsi. Al bellissimo sole che ha caratterizzato il mese di ottobre, come da tradizione, è seguita la nebbia. In questo periodo dell’anno la bassa parmense viene normalmente avvolta da una coltre spessa ed incolore che crea un’ atmosfera ovattata e misteriosa al tempo stesso.
È in questo periodo e proprio grazie all’ umidità che si viene a creare che nascono i grandi salumi del territorio, tra cui il “Re” indiscusso, “Sua Maestà” il culatello. Vi ricordo che Novembre è sinonimo di November Porc, un evento gastronomico interamente dedicato al maiale. L’evento festeggia quest’anno la sua 15° edizione ed offre un programma ricco di eventi e manifestazioni che animeranno diverse località della provincia per i 4 week end del mese di novembre. Vi rimando al sito per consultare il programma completo.
Ero partita con l’idea di raccontarvi di un semplice Instameet di 2 ore e ho finito per scrivere una mini guida su Colorno. A riprova di quanto dicevo in apertura, un Instameet può essere un ottima occasione per approfondire un luogo specifico del vostro territorio o, se vogliamo pensare in larga scala, un’ ottima occasione per una trasferta fuori porta.