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Valle d’Aosta – La balconata del Monte Bianco in Val Ferret

Spesso mi chiedono quali sono le escursioni imperdibili quando si visita la Valle d’Aosta per la prima volta e magari si ha solo un week end a disposizione. Una domanda che mi mette sempre in estrema difficoltà, faccio fatica a dare più risalto ad una zona, perché indirettamente ne metto in ombra altre e per me tutte le vallate di questa piccola ma ricchissima regione sono affascinanti allo stesso modo.

Fatta questa dovuta premessa, quando si parla di Valle d’Aosta, l’immagine del Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa, affiora alla nostra mente immediatamente.

La balconata del Monte Bianco è una terrazza panoramica naturale da cui ammirare in tutta la sua maestosità questa iconica vetta, che dai suoi 4.810 metri di altezza, domina le Alpi.

Si cammina così vicino alla catena montuosa del Monte Bianco che vi sembrerà di potere toccare le pareti rocciose del Dente del Gigante e la superficie innevata delle Grandes Jorasses semplicemente allungando la mano. L’ho percorsa spesso, in tutte le stagioni, e ogni volta mi emoziona come la prima.

Si tratta di una escursione facile e adatta anche ai meno esperti e modulabile in base al proprio allenamento.

La Balconata del Monte Bianco attraversa sia la Val Veny che la Val Ferret e ricalca il versante italiano del più lungo e impegnativo Tour du Mont Blanc. A guardare la cartina le due valli sembrano l’una il prosieguo dell’altra, in realtà sono separate dalla conca dove sorge Courmayeur.

In questo articolo vi riporto le foto della balconata della Val Ferret. Questo l’itinerario da me seguito.

Raggiunta Courmayeur in auto, parcheggiamo in prossimità del campo sportivo (fermata 11) per poi utilizzare la comodissima navetta gratuita che nei mesi estivi fa da spola tra la città e la Val Ferret.

Potete consultare gli orari e periodo di frequenza a questo link.

Scendiamo in località Pont (fermata 22) in corrispondenza del campo da golf. Dalla fermata della navetta, torniamo indietro un centinaio di metri, attraversiamo il ponticello sulla Dora di Ferret, e spostandoci alla sinistra orografica del torrente, imbocchiamo il sentiero che sale verso il Rifugio Bertone.

Questo è il punto di partenza più comodo e la via più semplice. Vi consente di arrivare al Rifugio Bertone (1.989 m), oppure giunti in corrispondenza dell’alpeggio di Leuchey si imbocca il sentiero di sinistra che conduce al Rifugio Bonatti (2.025). La seconda alternativa è quella da me prescelta.

Dopo un primo pezzo di salita, inevitabile per portarsi in quota, il sentiero si sviluppa semi pianeggiante, con dolci sali scendi, completamente immerso nel bosco, per poi lasciare il posto (oltre i 2.000 m) alla prateria alpina e, in estate, alla profumata fioritura di rododendri, genziane e orchidee selvatiche.

Non mi dilungo troppo nelle spiegazioni del sentiero che, come dicevo, non presenta nessuna difficoltà e non vi è margine di errore; non ci sono infatti deviazioni che potrebbero trarre in inganno. Lascio piuttosto parlare le immagini.

Cosa ne dite? Vi ho invogliato?

Raggiunto il Rifugio Bonatti, dedicato al celebre alpinista, potete fare ritorno a Valle scendendo verso l’Arp Nouvaz, oppure se avete ancora gamba, potete dirigervi verso il Rifugio Elena (2.054 m), alla fine della Val Ferret, sempre percorrendo la prima tappa del TMB.

Dopo una gustosa pausa al Rifugio Bonatti, noi procediamo sulla nostra balconata. Imbocchiamo il sentiero che conduce verso l’Alpe Malatrà.

Grazie ad un ponticello, superiamo il torrente Malatrà che scende impetuoso a valle per congiungersi con la Dora di Ferret.

Il sentiero si sviluppa a mezza costa, ancora caratterizzato da un dolce sali scendi, per nulla faticoso, che permette di immergerci totalmente nella contemplazione del paesaggio. Il Monte Bianco, così austero, con i suoi pinnacoli granitici e rocciosi ci tiene ancora compagnia. È un panorama che non mi stanco mai di ammirare.

Raggiungiamo i resti dell’Alpeggio Giuè inferiore, ogni volta che passo di qua mi emoziono, trovo questo punto estremamente suggestivo. Iniziamo anche ad intravedere il ghiacciaio Pré de Bar, proprio in fondo alla Val Ferret.

Continuando a mezza costa, raggiungiamo l’Alpe Arnouva (2.003 metri), recentemente ristrutturata e molto accogliente. A questo punto si inizia a scendere verso il fondo della valle. Con una serie di tornanti abbastanza ripidi perdiamo velocemente quota, fino a raggiungere la località di Arnouva (1.780 m), in prossimità dello Chalet Val Ferret.

A questo punto, si potrebbe proseguire verso il Rifugio Elena, mettendo in conto un’altra ora e mezzo di cammino (+ il dislivello per riportarsi in quota), oppure come noi rilassarsi lungo le sponde della Dora di Ferret in attesa della navetta che ci riporterà all’auto.

Per oggi siamo ampiamente soddisfatti senza aggiungere ulteriori km e abbiamo fatto il pieno di emozioni.

 

 

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